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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Pierre Péju

La piccola Chartreuse

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria

Alle quattro e mezza, in un quartiere qualsiasi di una qualsiasi città della Francia, i bambini escono dalle elementari. È «l'ora delle mamme» che, in un brusio di gioia squarciato da grida infantili, si chinano, immense, apprensive verso i loro bambini. Nel giocoso fuggifuggi generale, nella compatta massa dei corpi materni, ogni bambino è in grado di riconoscere il calore unico e familiare, la mano in cui cacciare la propria, la guancia su cui posare frettolosamente un bacio.
All'interno della schiera di bambini che si disfa, la piccola Éva è la sola a rallentare il passo. Come ogni sera, dubita di poter distinguere la madre nella massa in attesa, poiché sa che solo quando tutte le mamme si saranno disperse, svanite ai quattro angoli della strada, soltanto allora Thérèse, sua madre, apparirà… la sigaretta sulla punta delle dita, il sorriso come a elemosinare un po' d'indulgenza.
Mentre la signora con il grembiule blu richiude la cancellata della scuola, Éva aspetta sotto il portico, sul marciapiede ostile. Lunghi minuti d'attesa, a scrutare le persone che s'avvicinano e a scoprirle tutte così insopportabilmente estranee, poi si staccherà dal muro a cui è addossata e partirà, correndo per la città con la cartella zeppa di libri che le colpirà le reni, sui marciapiedi scivolosi, tra i fari delle auto che le accecheranno gli occhi inondati di lacrime. Mezz'ora più tardi, sarà investita dal furgoncino del libraio Etienne Vollard. E a Vollard sembrerà che quelle esili membra, quella carne pallida e dolce sia corsa diritta davanti al suo mezzo.
Per questo, quando Éva entrerà in coma, a Vollard, al grande e grosso e impacciato Vollard, non resterà che un compito: tentare di ridestare la bambina parlandole nell'unico modo che il libraio conosce, attraverso i libri che ha letto, le magiche parole che sono rimaste impresse nella sua mente e che tante volte l'hanno aiutato nella vita.
«Libro bello e sensibile che colpisce al cuore per la sua semplicità» (Denis Gombert), La piccola Chartreuse (così Vollard chiama la bambina, che è divenuta muta come la Chartreuse, la grande montagna) è un magnifico romanzo sul potere delle parole e sulla loro resistenza alla morte e al silenzio.

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Luisa

Chartreuse è un piccolo paese circondato da montagne che hanno un fascino particolare, sembra che attirino le persone a rifugiarvisi per cercare un confronto con se stesse. Questo è un racconto che parla della solitudine, quella profonda, quella vera, e ne parla attraverso gli occhi di una bambina, di sua madre e di un anziano libraio che il caso ha voluto si incontrassero in una circostanza molto dolorosa. Gli occhi della sofferenza, dalla quale l'unica via d'uscita è scappare, correre, correre più veloce di lei, perché sanno che una volta raggiunti non avranno la forza di affrontarla e l'unico rimedio sarà consegnarle la vittoria e smettere di scappare.. La cosa più triste è che, mentre il libraio aveva trovato conforto attraverso la lettura e la madre-bambina attraverso il vagare senza meta e gli incontri occasionali, la bambina è completamente sola, non ha nemmeno un piccolo spiraglio di speranza, è vuota d'amore, di ricordi, di esperienza, non sa lottare per la vita, e per questo la butta via.... Sicuramente da non leggere se cercate positività o il lieto fine, perché qui non li troverete come nelle favole, questa non è una favola, è la vita!

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Editore: Neri Pozza

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 167

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8873059813

ISBN-13: 9788873059813

Data di pubblicazione: 2004

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Alle quattro e mezza, in un quartiere qualsiasi di una qualsiasi città della Francia, i bambini escono dalle elementari. È «l'ora delle mamme» che, in un brusio di gioia squarciato da grida infantili, si chinano, immense, apprensive verso i loro bambini. Nel giocoso fuggifuggi generale, nella compatta massa dei corpi materni, ogni bambino è in grado di riconoscere il calore unico e familiare, la mano in cui cacciare la propria, la guancia su cui posare frettolosamente un bacio.
All'interno della schiera di bambini che si disfa, la piccola Éva è la sola a rallentare il passo. Come ogni sera, dubita di poter distinguere la madre nella massa in attesa, poiché sa che solo quando tutte le mamme si saranno disperse, svanite ai quattro angoli della strada, soltanto allora Thérèse, sua madre, apparirà… la sigaretta sulla punta delle dita, il sorriso come a elemosinare un po' d'indulgenza.
Mentre la signora con il grembiule blu richiude la cancellata della scuola, Éva aspetta sotto il portico, sul marciapiede ostile. Lunghi minuti d'attesa, a scrutare le persone che s'avvicinano e a scoprirle tutte così insopportabilmente estranee, poi si staccherà dal muro a cui è addossata e partirà, correndo per la città con la cartella zeppa di libri che le colpirà le reni, sui marciapiedi scivolosi, tra i fari delle auto che le accecheranno gli occhi inondati di lacrime. Mezz'ora più tardi, sarà investita dal furgoncino del libraio Etienne Vollard. E a Vollard sembrerà che quelle esili membra, quella carne pallida e dolce sia corsa diritta davanti al suo mezzo.
Per questo, quando Éva entrerà in coma, a Vollard, al grande e grosso e impacciato Vollard, non resterà che un compito: tentare di ridestare la bambina parlandole nell'unico modo che il libraio conosce, attraverso i libri che ha letto, le magiche parole che sono rimaste impresse nella sua mente e che tante volte l'hanno aiutato nella vita.
«Libro bello e sensibile che colpisce al cuore per la sua semplicità» (Denis Gombert), La piccola Chartreuse (così Vollard chiama la bambina, che è divenuta muta come la Chartreuse, la grande montagna) è un magnifico romanzo sul potere delle parole e sulla loro resistenza alla morte e al silenzio.

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Luisa

Chartreuse è un piccolo paese circondato da montagne che hanno un fascino particolare, sembra che attirino le persone a rifugiarvisi per cercare un confronto con se stesse. Questo è un racconto che parla della solitudine, quella profonda, quella vera, e ne parla attraverso gli occhi di una bambina, di sua madre e di un anziano libraio che il caso ha voluto si incontrassero in una circostanza molto dolorosa. Gli occhi della sofferenza, dalla quale l'unica via d'uscita è scappare, correre, correre più veloce di lei, perché sanno che una volta raggiunti non avranno la forza di affrontarla e l'unico rimedio sarà consegnarle la vittoria e smettere di scappare.. La cosa più triste è che, mentre il libraio aveva trovato conforto attraverso la lettura e la madre-bambina attraverso il vagare senza meta e gli incontri occasionali, la bambina è completamente sola, non ha nemmeno un piccolo spiraglio di speranza, è vuota d'amore, di ricordi, di esperienza, non sa lottare per la vita, e per questo la butta via.... Sicuramente da non leggere se cercate positività o il lieto fine, perché qui non li troverete come nelle favole, questa non è una favola, è la vita!

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