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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
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Huckelberry Finn
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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
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Honore de Balzac

Illusioni perdute

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria
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Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria

È il volume monstre! È l’opera capitale nell’opera». Così, in una lettera del 1843, Balzac annunciava a madame Hanska la scrittura di Illusioni perdute: un’ampia narrazione che si colloca tra Scene della vita di provincia e Scene della vita parigina e che insieme a Splendori e miserie delle cortigiane compone un dittico imperniato sulla figura di Lucien de Rubempré. Opera esteticamente innovativa e alimentata dalle esperienze centrali nell’esistenza di Balzac (i diversi mestieri del libro e della scrittura, dal tipografo al giornalista), Illusioni perdute narra infatti la vicenda di questo giovane di provincia bello, povero e ambizioso, parente stretto del Rastignac di Papà Goriot, che sogna la gloria poetica e il successo mondano e si trasferisce a Parigi sperando di procurarsi entrambi. Nella capitale finirà per perdere la propria integrità morale e, infine, ogni fortuna. Meno determinato e vitale di Rastignac, Rubempré rimane uno dei personaggi più scolpiti di Balzac, tanto che un lettore esigente come Oscar Wilde ebbe a scrivere: «Chi avrà mai voglia di uscire per andare a una serata mondana e incontrarci il suo amico d’infanzia Tomkins, quando può starsene a casa in compagnia di Lucien de Rubempré?».

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Editore:

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 850

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8804622156

ISBN-13: 9788804622154

Data di pubblicazione: 2012

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Illusioni perdute

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È il volume monstre! È l’opera capitale nell’opera». Così, in una lettera del 1843, Balzac annunciava a madame Hanska la scrittura di Illusioni perdute: un’ampia narrazione che si colloca tra Scene della vita di provincia e Scene della vita parigina e che insieme a Splendori e miserie delle cortigiane compone un dittico imperniato sulla figura di Lucien de Rubempré. Opera esteticamente innovativa e alimentata dalle esperienze centrali nell’esistenza di Balzac (i diversi mestieri del libro e della scrittura, dal tipografo al giornalista), Illusioni perdute narra infatti la vicenda di questo giovane di provincia bello, povero e ambizioso, parente stretto del Rastignac di Papà Goriot, che sogna la gloria poetica e il successo mondano e si trasferisce a Parigi sperando di procurarsi entrambi. Nella capitale finirà per perdere la propria integrità morale e, infine, ogni fortuna. Meno determinato e vitale di Rastignac, Rubempré rimane uno dei personaggi più scolpiti di Balzac, tanto che un lettore esigente come Oscar Wilde ebbe a scrivere: «Chi avrà mai voglia di uscire per andare a una serata mondana e incontrarci il suo amico d’infanzia Tomkins, quando può starsene a casa in compagnia di Lucien de Rubempré?».

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