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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Giancarlo De Cataldo

Nell'ombra e nella luce

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (0)
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria
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Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 1 libreria

1848. Nella Torino di Carlo Alberto, che si accende a giorno con mille fanali per l'illuminazione a gas, un'ombra turba la festa. È l'ombra lunga di un demonio col naso d'argento, che somiglia a Scaramouche, ma strazia giovani donne. Il suo nome è solo sussurrato. Prima che la paura del misterioso Diaul generi rivolte, dovrà scendere in campo Emiliano Mercalli di Saint-Just, giovane ufficiale dei Carabinieri Reali, eroe di Pastrengo. Ma l'aitante Emiliano è un po' confuso. Come fa il Diaul a riempire di terrore le notti dei buoni cittadini, se lo stesso Emiliano l'ha spedito da un pezzo all'Ospedale dei Pazzarelli? E oltretutto dopo una caccia all'uomo che gli ha fatto perdere il suo migliore amico, il molto sapiente medico-detective Gualtiero Lancefroid, e la bellissima, affascinante, troppo libera fidanzata, Naide Malarò, idolo dei teatri cittadini.

Con il maldestro, coraggioso, contraddittorio Emiliano di Saint-Just, chiamato a investigare su efferate uccisioni, opera di uno sfuggente criminale che somiglia a un diavolo, Giancarlo De Cataldo ci trasporta in una Torino divisa tra slancio progressista e reazione, nuove tecnologie e vecchi pregiudizi, inconsueta per l'occhio di oggi, ma nella quale è facile ambientarsi per la naturalezza e la precisione dei dettagli: da una nuova grande piazza appena costruita alla mefitica paludosa Vanchiglia, a un gran ballo a Palazzo Carignano, a un dinamicissimo Ghetto dove gli ebrei combattono per non diventare il capro espiatorio della rabbia e della paura di tutti. E sotto i nostri occhi, mentre un Cavour infuriato rischia di esser preso a bastonate dal reazionario duca di Pasquier, e le alte sfere consigliano al giovane carabiniere di cercare il colpevole preferibilmente negli strati più bassi e «infami» della città, impartendogli una lezione di modernissimo controllo sociale, si svolge una vorticosa, molto attuale commedia umana. Le opposizioni private e pubbliche di gelosia e amore, obbedienza e libertà, viltà e coraggio, politica e crimine, tipiche del futuro carattere nazionale degli italiani, fanno qui le prove generali, come a teatro. E il Diaul, che sia un mostro malvagio, un assassino seriale o la pedina di un complotto politico, diventa la cifra, il luogo geometrico delle contraddizioni di tutti. Senza smettere di far paura, tutt'altro.

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 218

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806221841

ISBN-13: 9788806221843

Data di pubblicazione: 2014

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Giancarlo De Cataldo

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1848. Nella Torino di Carlo Alberto, che si accende a giorno con mille fanali per l'illuminazione a gas, un'ombra turba la festa. È l'ombra lunga di un demonio col naso d'argento, che somiglia a Scaramouche, ma strazia giovani donne. Il suo nome è solo sussurrato. Prima che la paura del misterioso Diaul generi rivolte, dovrà scendere in campo Emiliano Mercalli di Saint-Just, giovane ufficiale dei Carabinieri Reali, eroe di Pastrengo. Ma l'aitante Emiliano è un po' confuso. Come fa il Diaul a riempire di terrore le notti dei buoni cittadini, se lo stesso Emiliano l'ha spedito da un pezzo all'Ospedale dei Pazzarelli? E oltretutto dopo una caccia all'uomo che gli ha fatto perdere il suo migliore amico, il molto sapiente medico-detective Gualtiero Lancefroid, e la bellissima, affascinante, troppo libera fidanzata, Naide Malarò, idolo dei teatri cittadini.

Con il maldestro, coraggioso, contraddittorio Emiliano di Saint-Just, chiamato a investigare su efferate uccisioni, opera di uno sfuggente criminale che somiglia a un diavolo, Giancarlo De Cataldo ci trasporta in una Torino divisa tra slancio progressista e reazione, nuove tecnologie e vecchi pregiudizi, inconsueta per l'occhio di oggi, ma nella quale è facile ambientarsi per la naturalezza e la precisione dei dettagli: da una nuova grande piazza appena costruita alla mefitica paludosa Vanchiglia, a un gran ballo a Palazzo Carignano, a un dinamicissimo Ghetto dove gli ebrei combattono per non diventare il capro espiatorio della rabbia e della paura di tutti. E sotto i nostri occhi, mentre un Cavour infuriato rischia di esser preso a bastonate dal reazionario duca di Pasquier, e le alte sfere consigliano al giovane carabiniere di cercare il colpevole preferibilmente negli strati più bassi e «infami» della città, impartendogli una lezione di modernissimo controllo sociale, si svolge una vorticosa, molto attuale commedia umana. Le opposizioni private e pubbliche di gelosia e amore, obbedienza e libertà, viltà e coraggio, politica e crimine, tipiche del futuro carattere nazionale degli italiani, fanno qui le prove generali, come a teatro. E il Diaul, che sia un mostro malvagio, un assassino seriale o la pedina di un complotto politico, diventa la cifra, il luogo geometrico delle contraddizioni di tutti. Senza smettere di far paura, tutt'altro.

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