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E intanto, mentre non c'eri...

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Michela L.


Huckelberry Finn
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"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

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Salvatore Niffoi

Pantumas

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (3)
Inserito il 26-05-2014 da MieleAmaro Libri&Musica
Aggiornato il 26-05-2014 da MieleAmaro Libri&Musica
Disponibile in 14 librerie
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A Chentupedes, un antico villaggio scavato fra i monti di un paesaggio sontuosamente barbarico, la tradizione vuole che i coniugi legati da un vincolo d'amore muoiano insieme, come insieme sono vissuti. Purtroppo non è andata così per mannoi Lisandru e mannai Rosaria Niala. Lisandru è morto e Rosaria è così convinta che il Cielo se l'è preso anzitempo che ha continuato ad aspettarlo. Lo ha aspettato così forte che, quando arriva, fantasma acceso da vita che si rinnova, lo accoglie come una moglie accoglie il marito dopo un lungo viaggio. Lisandru è tornato per morire con lei. Ma prima che ciò accada è necessario sbrogliare il filo del passato. Sapere come sono andate le cose. Mettere alla prova la memoria con un'altra memoria, che viene da lontano e si srotola, magica e luminosa, quasi fosse un film, anzi come un vero film, sulle pareti calcinate della cucina dei Niala. I fantasmi, le pantumas, tornano per narrare, come in un racconto infinito, il gesto infinito dell'amore, il sapore dolcissimo del sangue.

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Recensioni

Michela L.

La parte iniziale del libro l’ho trovata decisamente lenta, l’idea di vedere come un film (con tanto di pellicola e bobina!) la vita del defunto Lisandru Niala, noto Zumpeddu, è piuttosto banale. Superato lo smarrimento iniziale la storia prende il via, ripercorrendo un po’ a casaccio i momenti salienti della vita del protagonista, e finalmente posso riconoscere le caratteristiche che tanto ho apprezzato dello scrittore nei libri precedenti, quella sorta di magico realismo che è ormai un segno distintivo delle sue opere, anche se per l’autore nei suoi libri c’è tanto realismo e poca magia.
La vicenda si svolge a Chentupedes, un antico villaggio scavato fra i monti: la tradizione vuole che i coniugi legati da un vincolo d’amore muoiano insieme, come insieme sono vissuti. Qualcosa però non è andata come avrebbe dovuto e Lisandru muore solo, la moglie Rosaria lo aspetta pazientemente e dopo un anno ritorna sotto forma di pantuma (fantasma) per portarla via con sé: prima però è necessario raccontarsi tutto, rivivere, anzi rivedere, la vita passata tra gli amori, i tradimenti, le nascite e le morti per poter fare insieme il loro ultimo viaggio.
Bello, realistico e magico… come sempre!
Purtroppo, però, ho un altro piccolo appunto da fare all’autore: riguarda la predica che sul finale del libro dedica alle donne di oggi: il mio compagno (furbetto) mi ha suggerito un’altra chiave di lettura e cioè un elogio smisurato alla forza d’animo delle donne e alla loro capacità di capire e perdonare, ma io mi chiedo perché mai le donne dovrebbero continuare a “capire gli uomini e i loro sensi di colpa”(pag. 150)?
Forse è arrivato il momento che siano loro a capire noi donne, o no!?

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Simo

L'ho abbandonato alla prima pagina..avevo già letto la vedova scalza (e non mi era piaciuto)..volevo dargli una seconda opportunità..

troppe frasi in cui l'italiano è sporcato dalle parole sarde..il sardo sporcato dall'italiano..

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Ellakarenina

Trovo estremamente fastidioso questo infilare parole in sardo a caso in frasi in italiano, tanto per fare folklore. Io sono sempre stata rimproverata perché "non si parla in italiano porcheddino" e Niffoi cerca di spacciarla per letteratura?

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 171

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807019019

ISBN-13: 9788807019012

Data di pubblicazione: 2012

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A Chentupedes, un antico villaggio scavato fra i monti di un paesaggio sontuosamente barbarico, la tradizione vuole che i coniugi legati da un vincolo d'amore muoiano insieme, come insieme sono vissuti. Purtroppo non è andata così per mannoi Lisandru e mannai Rosaria Niala. Lisandru è morto e Rosaria è così convinta che il Cielo se l'è preso anzitempo che ha continuato ad aspettarlo. Lo ha aspettato così forte che, quando arriva, fantasma acceso da vita che si rinnova, lo accoglie come una moglie accoglie il marito dopo un lungo viaggio. Lisandru è tornato per morire con lei. Ma prima che ciò accada è necessario sbrogliare il filo del passato. Sapere come sono andate le cose. Mettere alla prova la memoria con un'altra memoria, che viene da lontano e si srotola, magica e luminosa, quasi fosse un film, anzi come un vero film, sulle pareti calcinate della cucina dei Niala. I fantasmi, le pantumas, tornano per narrare, come in un racconto infinito, il gesto infinito dell'amore, il sapore dolcissimo del sangue.

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La vicenda si svolge a Chentupedes, un antico villaggio scavato fra i monti: la tradizione vuole che i coniugi legati da un vincolo d’amore muoiano insieme, come insieme sono vissuti. Qualcosa però non è andata come avrebbe dovuto e Lisandru muore solo, la moglie Rosaria lo aspetta pazientemente e dopo un anno ritorna sotto forma di pantuma (fantasma) per portarla via con sé: prima però è necessario raccontarsi tutto, rivivere, anzi rivedere, la vita passata tra gli amori, i tradimenti, le nascite e le morti per poter fare insieme il loro ultimo viaggio.
Bello, realistico e magico… come sempre!
Purtroppo, però, ho un altro piccolo appunto da fare all’autore: riguarda la predica che sul finale del libro dedica alle donne di oggi: il mio compagno (furbetto) mi ha suggerito un’altra chiave di lettura e cioè un elogio smisurato alla forza d’animo delle donne e alla loro capacità di capire e perdonare, ma io mi chiedo perché mai le donne dovrebbero continuare a “capire gli uomini e i loro sensi di colpa”(pag. 150)?
Forse è arrivato il momento che siano loro a capire noi donne, o no!?

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Simo

L'ho abbandonato alla prima pagina..avevo già letto la vedova scalza (e non mi era piaciuto)..volevo dargli una seconda opportunità..

troppe frasi in cui l'italiano è sporcato dalle parole sarde..il sardo sporcato dall'italiano..

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Ellakarenina

Trovo estremamente fastidioso questo infilare parole in sardo a caso in frasi in italiano, tanto per fare folklore. Io sono sempre stata rimproverata perché "non si parla in italiano porcheddino" e Niffoi cerca di spacciarla per letteratura?

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