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Antonio Tabucchi

Racconti

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 26-06-2012 da
Disponibile in 1 libreria
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“E intanto noi viviamo, o scriviamo, il che è lo stesso in questa illusione che ci conduce.” Antonio Tabucchi. La raccolta di tre volumi di racconti del decennio 1981-1991 (Il gioco del rovescio, Piccoli equivoci senza importanza, L’angelo nero). Con I morti a tavola, un racconto pubblicato su “Micromega” nel 2002.
Il libro
La raccolta di tre volumi di racconti del decennio 1981-1991 comprende: Il gioco del rovescio (I edizione, il Saggiatore 1981, II edizione accresciuta Feltrinelli 1988, UE 1991), Piccoli equivoci senza importanza (Feltrinelli 1985, UE 1988), L’angelo nero (Feltrinelli 1991, UE 1993). Chiude la raccolta il racconto I morti a tavola pubblicato in “Micromega” nel 2002.
Nel decennio 1981-1991 il racconto e il romanzo breve rappresentarono la misura favorita di Antonio Tabucchi. Nella narrativa tabucchiana di quegli anni “il rebus, l’equivoco, il rovescio e il mistero tendono a sovvertire l’idea di un universo razionale. Di conseguenza, se tutta la realtà è fallibile, non esistono assoluti, quindi l’universo non ha ordine” (F. Brizio-Skov, Antonio Tabucchi. Navigazioni in un arcipelago narrativo, Pellegrini editore, 2002).
Nella prefazione a Il gioco del rovescio l’autore afferma che il libro è nato dalla scoperta che “una certa cosa che era ‘così’, era invece anche in un altro modo”. È un libro “dettato dalla meraviglia. Ma dire dalla paura, forse, sarebbe più esatto”. È un libro di grande suggestione, soprattutto per il mistero e spesso per l’inaccessibilità di qualunque soluzione. Il “rovescio” è appunto la possibilità di soluzioni multiple, poiché la realtà è sorprendente e inafferrabile. I racconti di Piccoli equivoci senza importanza sembrano, a una prima lettura, avventure esistenziali, ritratti di viaggiatori ironici e disperati. Però l’apparente sintonia tra il reale e il narrato diventa all’improvviso turbamento e sconcerto: “I barocchi amavano gli equivoci”, scrive Tabucchi nella prefazione, “Calderon e altri con lui elevarono l’equivoco a metafora del mondo. [...] Anch’io parlo di equivoci, ma non credo di amarli; sono piuttosto portato a reperirli”. Chiudono la raccolta i racconti di L’angelo nero tra i quali va ricordato il notissimo Il batter d’ali di una farfalla a New York può provocare un tifone a Pechino? Sono racconti popolati da fantasmi malefici, cattive coscienze, presenze allarmanti: l’oscura minaccia del male conferisce ai racconti di L’angelo nero una tonalità gotica e lunare di aspra e misteriosa bellezza.

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 416

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807530155

ISBN-13: 9788807530159

Data di pubblicazione: 2005

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Antonio Tabucchi

Racconti

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“E intanto noi viviamo, o scriviamo, il che è lo stesso in questa illusione che ci conduce.” Antonio Tabucchi. La raccolta di tre volumi di racconti del decennio 1981-1991 (Il gioco del rovescio, Piccoli equivoci senza importanza, L’angelo nero). Con I morti a tavola, un racconto pubblicato su “Micromega” nel 2002.
Il libro
La raccolta di tre volumi di racconti del decennio 1981-1991 comprende: Il gioco del rovescio (I edizione, il Saggiatore 1981, II edizione accresciuta Feltrinelli 1988, UE 1991), Piccoli equivoci senza importanza (Feltrinelli 1985, UE 1988), L’angelo nero (Feltrinelli 1991, UE 1993). Chiude la raccolta il racconto I morti a tavola pubblicato in “Micromega” nel 2002.
Nel decennio 1981-1991 il racconto e il romanzo breve rappresentarono la misura favorita di Antonio Tabucchi. Nella narrativa tabucchiana di quegli anni “il rebus, l’equivoco, il rovescio e il mistero tendono a sovvertire l’idea di un universo razionale. Di conseguenza, se tutta la realtà è fallibile, non esistono assoluti, quindi l’universo non ha ordine” (F. Brizio-Skov, Antonio Tabucchi. Navigazioni in un arcipelago narrativo, Pellegrini editore, 2002).
Nella prefazione a Il gioco del rovescio l’autore afferma che il libro è nato dalla scoperta che “una certa cosa che era ‘così’, era invece anche in un altro modo”. È un libro “dettato dalla meraviglia. Ma dire dalla paura, forse, sarebbe più esatto”. È un libro di grande suggestione, soprattutto per il mistero e spesso per l’inaccessibilità di qualunque soluzione. Il “rovescio” è appunto la possibilità di soluzioni multiple, poiché la realtà è sorprendente e inafferrabile. I racconti di Piccoli equivoci senza importanza sembrano, a una prima lettura, avventure esistenziali, ritratti di viaggiatori ironici e disperati. Però l’apparente sintonia tra il reale e il narrato diventa all’improvviso turbamento e sconcerto: “I barocchi amavano gli equivoci”, scrive Tabucchi nella prefazione, “Calderon e altri con lui elevarono l’equivoco a metafora del mondo. [...] Anch’io parlo di equivoci, ma non credo di amarli; sono piuttosto portato a reperirli”. Chiudono la raccolta i racconti di L’angelo nero tra i quali va ricordato il notissimo Il batter d’ali di una farfalla a New York può provocare un tifone a Pechino? Sono racconti popolati da fantasmi malefici, cattive coscienze, presenze allarmanti: l’oscura minaccia del male conferisce ai racconti di L’angelo nero una tonalità gotica e lunare di aspra e misteriosa bellezza.

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