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Stieg Larsson

La regina dei castelli di carta

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 09-11-2014 da pmax
Aggiornato il 09-11-2014 da pmax
Disponibile in 10 librerie
Inserito il 09-11-2014 da pmax
Aggiornato il 09-11-2014 da pmax
Disponibile in 10 librerie

La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d'ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su "Millennium" un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l'intero paese. Non ci saranno compromessi. L'ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson è ancora una volta una descrizione della società contemporanea sotto forma di thriller. Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all'anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.

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sassa74

Mantenendo come filo conduttore le vicende degli stessi personaggi negli stessi luoghi, il terzo romanzo della Millennium Trilogy di Stieg Larsson non si propone come un giallo, né come un poliziesco, bensì come una spy story. Mi è sembrata una forzatura la troncatura netta che ha subìto la vicenda di Lisbeth Salander in fin di vita, alla fine del secondo libro – per il cui sviluppo i primi lettori hanno dovuto attendere mesi, perché uscisse questo volume, prima di sapere cosa sarebbe successo. Insomma: se spendo 15 o 20 euro per un libro, mi aspetto che abbia un inizio, una trama, ed anche una fine! Manovra pubblicitaria forse? Scelta commerciale per convincere i lettori ad acquistare anche il terzo volume? Mah… Larsson in quest’ultimo libro ha diminuito il ricorso alla pubblicità occulta che si manifestava in maniera piuttosto importante nei precedenti, ma ha mantenuto – anzi, forse accentuato – lo stile giornalistico e cronachistico della narrazione, abbondando in particolari e descrizioni a volte inutili, inserendo decine di personaggi di contorno, tanto che alla fine viene da chiedersi “ma il protagonista principale, qui, chi è?” Lisbeth torna al suo carattere chiuso ai limiti dell’autismo, così come l’abbiamo conosciuta nel primo romanzo; Mikael sviluppa un istinto da Mac Gyver nel giro di poche settimane, riuscendo a portare avanti indagini migliori, più accurate di quelle dei servizi segreti, e sgominando una cellula deviata, negli stessi servizi segreti, che aveva fatto il bello ed il cattivo tempo per trent’anni di storia in Svezia. E tra i “buoni” e i “cattivi” di questa storia entrano un tal numero di personaggi che a volte si rischia di perdersi e confondersi tra gli uni e gli altri. Tra indagini giudiziarie, giornalistiche, private, spionaggio, controspionaggio, cellule deviate, digressioni nella trama, il numero di personaggi coinvolti, e dei quali in diversi casi vengono citati i curricula, oppure vengono narrate le loro vicende personali, è così alto che viene da chiedersi “ma era proprio necessario scrivere così tanto?” Spero che mi verrà perdonato lo spoiler, ma non posso fare a meno di notare che i buoni vincono, i cattivi muoiono e alla fine “vissero tutti felici e contenti”…

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Editore: Marsilio Editori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 857

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8831707086

ISBN-13: 9788831707084

Data di pubblicazione: 2010

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Mantenendo come filo conduttore le vicende degli stessi personaggi negli stessi luoghi, il terzo romanzo della Millennium Trilogy di Stieg Larsson non si propone come un giallo, né come un poliziesco, bensì come una spy story. Mi è sembrata una forzatura la troncatura netta che ha subìto la vicenda di Lisbeth Salander in fin di vita, alla fine del secondo libro – per il cui sviluppo i primi lettori hanno dovuto attendere mesi, perché uscisse questo volume, prima di sapere cosa sarebbe successo. Insomma: se spendo 15 o 20 euro per un libro, mi aspetto che abbia un inizio, una trama, ed anche una fine! Manovra pubblicitaria forse? Scelta commerciale per convincere i lettori ad acquistare anche il terzo volume? Mah… Larsson in quest’ultimo libro ha diminuito il ricorso alla pubblicità occulta che si manifestava in maniera piuttosto importante nei precedenti, ma ha mantenuto – anzi, forse accentuato – lo stile giornalistico e cronachistico della narrazione, abbondando in particolari e descrizioni a volte inutili, inserendo decine di personaggi di contorno, tanto che alla fine viene da chiedersi “ma il protagonista principale, qui, chi è?” Lisbeth torna al suo carattere chiuso ai limiti dell’autismo, così come l’abbiamo conosciuta nel primo romanzo; Mikael sviluppa un istinto da Mac Gyver nel giro di poche settimane, riuscendo a portare avanti indagini migliori, più accurate di quelle dei servizi segreti, e sgominando una cellula deviata, negli stessi servizi segreti, che aveva fatto il bello ed il cattivo tempo per trent’anni di storia in Svezia. E tra i “buoni” e i “cattivi” di questa storia entrano un tal numero di personaggi che a volte si rischia di perdersi e confondersi tra gli uni e gli altri. Tra indagini giudiziarie, giornalistiche, private, spionaggio, controspionaggio, cellule deviate, digressioni nella trama, il numero di personaggi coinvolti, e dei quali in diversi casi vengono citati i curricula, oppure vengono narrate le loro vicende personali, è così alto che viene da chiedersi “ma era proprio necessario scrivere così tanto?” Spero che mi verrà perdonato lo spoiler, ma non posso fare a meno di notare che i buoni vincono, i cattivi muoiono e alla fine “vissero tutti felici e contenti”…

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