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"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

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Haruki Murakami

L'arte di correre

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 04-09-2013 da Lalla Careddu
Aggiornato il 04-09-2013 da Lalla Careddu
Disponibile in 15 librerie
Inserito il 04-09-2013 da Lalla Careddu
Aggiornato il 04-09-2013 da Lalla Careddu
Disponibile in 15 librerie

Quando, nel 1981, Murakami chiuse Peter Cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura, ritenne che fosse anche giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini di vita: decise di smettere di fumare sessanta sigarette al giorno, e - poiché scrivere è notoriamente un lavoro sedentario e Murakami per natura tenderebbe verso una certa pinguedine - di mettersi a correre. Da allora, di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri. Qualche anno più tardi si recò in Grecia dove per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. L'esperienza lo convinse: da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni, ma anche a una ultramaratona e a diverse gare di triathlon. Scritto nell'arco di tre anni, "L'arte di correre" è una riflessione sulle motivazioni che ancora oggi spingono l'ormai sessantenne Murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che assume il valore di una vera e propria strategia di sopravvivenza. Perché scrivere - sostiene Murakami - è un'attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell'atto creativo, si determinano nell'animo di uno scrittore. Al tempo stesso, questo insolito libro propone però anche illuminanti squarci sulla corsa in sé, sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona avrà indubbiamente provato

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Recensioni

Noce Moscata

A parte che l'ho preso per caso..in una giornata in cui tutto mi andava storto, e pensavo di aver fatto l'ennesima cavolata. A parte che il protagonista, nonchè l'autore (perchè è un libro autobiografico) ha iniziato a correre proprio a 33 anni come me. A parte che descrive talmente bene le sensazioni che si provano correndo che pensavo mi avesse spiato mentre corro. A parte che quando all'inizio del libro, lo scrittore/protagonista ha anticipato che avrebbe spiegato come la corsa abbia influenzato la sua vita di scrittore, ho pensato "Oddio..sarà qualcosa di estremamente pedante e noioso".. e mi sono dovuta ricredere. A parte che è un libro che dovrebbero leggere tutti, anche chi non corre, perché non è un libro sulla corsa, non è un saggio. A parte che le foto-documentario a metà libro, sono così semplici da poter essere banali..eppure ti rendono il viso di quell'ometto (sempre lui...l'autore/protagonista..perchè sì, è proprio un ometto) talmente familiare, che alla fine del libro spereresti quasi di averlo come vicino di casa. Ecco, a parte questo è un libro magnifico.. Non vedo l'ora di prendere qualcos'altro di Haruki. E lo chiamo per nome, perché mai un libro mi ha dato così tanto la sensazione di aver trovato un amico. Intanto nella vita reale: mi godo qualche giorno nella casa al mare scattando foto persino agli aghi di pino caduti sul vetro della macchina.. beato ozio

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adriana

Straordinario. Un libro di memorie con il quale l'autore spiega la ragione della sua scelta, ad un certo punto della sua vita, di lasciare il locale di sua proprietà alquanto ben avviato, per raccogliere la chiamata alla sua vocazione di scrittore. A questa missione si accompagna l'esigenza di praticare un'attività sportiva per vincere la sedentarietà del lavoro di scrittore. Il tutto si realizza in uno straordinario parallelismo tra lo scrivere e il correre, due attività all'apparenza contrastanti, ma che nell'analisi di Murakami presentano invece diverse analogie. Il tutto si trasforma in una filosofia di vita. "Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell'azione stessa, vi scorre dentro."(pag.149)

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 157

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 880619951X

ISBN-13: 9788806199517

Data di pubblicazione: 2009

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Haruki Murakami

L'arte di correre

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Quando, nel 1981, Murakami chiuse Peter Cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura, ritenne che fosse anche giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini di vita: decise di smettere di fumare sessanta sigarette al giorno, e - poiché scrivere è notoriamente un lavoro sedentario e Murakami per natura tenderebbe verso una certa pinguedine - di mettersi a correre. Da allora, di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri. Qualche anno più tardi si recò in Grecia dove per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. L'esperienza lo convinse: da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni, ma anche a una ultramaratona e a diverse gare di triathlon. Scritto nell'arco di tre anni, "L'arte di correre" è una riflessione sulle motivazioni che ancora oggi spingono l'ormai sessantenne Murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che assume il valore di una vera e propria strategia di sopravvivenza. Perché scrivere - sostiene Murakami - è un'attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell'atto creativo, si determinano nell'animo di uno scrittore. Al tempo stesso, questo insolito libro propone però anche illuminanti squarci sulla corsa in sé, sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona avrà indubbiamente provato

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A parte che l'ho preso per caso..in una giornata in cui tutto mi andava storto, e pensavo di aver fatto l'ennesima cavolata. A parte che il protagonista, nonchè l'autore (perchè è un libro autobiografico) ha iniziato a correre proprio a 33 anni come me. A parte che descrive talmente bene le sensazioni che si provano correndo che pensavo mi avesse spiato mentre corro. A parte che quando all'inizio del libro, lo scrittore/protagonista ha anticipato che avrebbe spiegato come la corsa abbia influenzato la sua vita di scrittore, ho pensato "Oddio..sarà qualcosa di estremamente pedante e noioso".. e mi sono dovuta ricredere. A parte che è un libro che dovrebbero leggere tutti, anche chi non corre, perché non è un libro sulla corsa, non è un saggio. A parte che le foto-documentario a metà libro, sono così semplici da poter essere banali..eppure ti rendono il viso di quell'ometto (sempre lui...l'autore/protagonista..perchè sì, è proprio un ometto) talmente familiare, che alla fine del libro spereresti quasi di averlo come vicino di casa. Ecco, a parte questo è un libro magnifico.. Non vedo l'ora di prendere qualcos'altro di Haruki. E lo chiamo per nome, perché mai un libro mi ha dato così tanto la sensazione di aver trovato un amico. Intanto nella vita reale: mi godo qualche giorno nella casa al mare scattando foto persino agli aghi di pino caduti sul vetro della macchina.. beato ozio

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adriana

Straordinario. Un libro di memorie con il quale l'autore spiega la ragione della sua scelta, ad un certo punto della sua vita, di lasciare il locale di sua proprietà alquanto ben avviato, per raccogliere la chiamata alla sua vocazione di scrittore. A questa missione si accompagna l'esigenza di praticare un'attività sportiva per vincere la sedentarietà del lavoro di scrittore. Il tutto si realizza in uno straordinario parallelismo tra lo scrivere e il correre, due attività all'apparenza contrastanti, ma che nell'analisi di Murakami presentano invece diverse analogie. Il tutto si trasforma in una filosofia di vita. "Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell'azione stessa, vi scorre dentro."(pag.149)

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