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Teresa Petruzzelli

Storie di sesso e di ringhiera

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Vito Calabrese

Questo libro ci propone come soggetto letterario quello che la nostra società non vuole vedere, quasi la sua espressione fosse contagiosa: lo scarto, la ferita, l’anomalia, il punto maledetto dove si guasta il pensiero o dove il senso si disfa. La bravura della scrittrice sta nel raccontare una storia che sembra inverosimile, i personaggi del romanzo sono oltre il confine al di là del quale nulla appare dotato di senso e tutto è sospeso: l’amore, le convinzioni ideologiche, la fede, la fiducia nel futuro. Leggendolo spesso era forte in me la tentazione di rimanere al di qua di quel limite, spinto dalla necessità di tenere lontane le miserie umane descritte: l’impotenza angosciosa di Piero, le millantate avventure sessuali di Gino, il disperato bisogno di amore di Maria, l’ossessione di ripulirsi di Marion e Gessica che ci ricordano l’esistenza vergognosa delle schiave nigeriane che pullulano sulle nostre tangenziali. Il tutto è raccontato con una scrittura rapida ed ironica che lascia libero il lettore di colmare i perché delle motivazioni umane e appare inspiegabilmente attenta a particolari banali, i bigodini, le alici al cartoccio. Lo sguardo è semplice e comprensivo, non giudicante, meravigliato, stringato come quello di un bambino. Da un punto di vista stilistico sceglie il contrappunto, l’ambientazione e le immagini crude dei personaggi sono rese sopportabili grazie all’ironia e la leggerezza del tono. A me sembra che questo romanzo diffida e prenda in giro quel sentimentalismo dominante che trasforma la sofferenza e le intimità umane in un oggetto di speculazione, in uno spettacolo stupido, e anche ignobile. Suggerisce di ridere di fronte alla menzogne del paese “tele stupefatto”, per usare un termine di Vincenzo Consolo, e questo è anche un appello alla trasparenza e alla libertà. Ci costringe a guardare una porzione di esistenza, un mondo desolato. Qui siamo dall’altra parte della luna dell’Isola dei famosi: l’ isola degli sconosciuti, degli spaesati, dei “perdenti”, dei trascurati. Non c’è un’ happy end e leggere il libro è un’esperienza spiazzante, perché non suggerisce promesse di illuminazione. Non esistono soluzioni alle vicende oscure della vita dei suoi personaggi e Teresa ci sussurra all’orecchio: credi davvero di vivere in un mondo diverso da quello del libro?

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Editore: Aìsara

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 128

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8861040535

ISBN-13: 9788861040533

Data di pubblicazione: 2010

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