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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Elizabeth Strout

Olive Kitteridge

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 14-11-2017 da Akribia
Aggiornato il 18-10-2021 da Michela L.
Disponibile in 12 librerie
Inserito il 14-11-2017 da Akribia
Aggiornato il 18-10-2021 da Michela L.
Disponibile in 12 librerie

In un angolo del continente nordamericano c'è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili della storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima abbandonata sull'altare, ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex-insegnante: Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi».
Con dolore, e con disarmante onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. È il fragile, sottile miracolo di un'altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti”, del Premio Pulitzer 2009.

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Recensioni

Tintaglia

Bellissimo romanzo in racconti di malinconia e amarezza strazianti, il cui filo conduttore è OliveKitteridge, insegnante di matematica nel liceo di una minuscola cittadina del Maine, che si vede passare davanti - talora intervenendo per fermare un disastro, talaltra fraintendendo completamente ciò che vede - la vita dei suoi concittadini, e la propria: una vita in cui la sua durezza vessa il marito gentile, e il figlio che infine fugge, odiandola, ma che trova una speranza di riscatto al termine della vita; una speranza di riscatto, o di dolcezza.

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Vito Calabrese

Romanzo che affronta tematiche dolorose e conflittuali legate al declino della vita ed allo scorrere inevitabile del tempo, con una scrittura forte, raffinata e dai toni elegiaci. Il cammino di lettura è denso e permeato di delicata mestizia. Può essere urticante e velenoso per chi non vuole affrontare simili argomenti. Può essere visto invece come una celebrazione, un libro addirittura magico e un grande dono, il libro giusto al momento giusto. Olive Kitteridge è personaggio indimenticabile, una donna antipatica, arcigna, piena di difetti, ma nei vari racconti di cui si compone questo romanzo sta sempre dalla parte della verità e dell’autenticità. Sempre lontana dalle piccole bugie e dai fraintendimenti degli umani di questa cittadina del Maine, disposti anche di fronte a fatti incontrovertibili a conservare la verità delle loro falsità, consapevole nell’ attendersi la più viva ostilità come si conviene che accada a chi si impegna in un compito così “distruttore”. Percepiamo di stare in bilico, su un terreno che può franare, ma allo stesso tempo che ci troviamo di fronte alle cose-così-come-sono, e in qualche modo ne siamo sollevati e avvertiamo di potercela fare. La Strout ha coraggio a scrivere un libro così, fino a che si produrranno romanzi del genere possiamo dormire sonni tranquilli.

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Editore: Fazi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 383

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 886411033X

ISBN-13: 9788864110332

Data di pubblicazione: 2009

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Elizabeth Strout

Olive Kitteridge

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Aggiornato il 18-10-2021 da Michela L.
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In un angolo del continente nordamericano c'è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili della storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima abbandonata sull'altare, ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex-insegnante: Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi».
Con dolore, e con disarmante onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. È il fragile, sottile miracolo di un'altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti”, del Premio Pulitzer 2009.

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Bellissimo romanzo in racconti di malinconia e amarezza strazianti, il cui filo conduttore è OliveKitteridge, insegnante di matematica nel liceo di una minuscola cittadina del Maine, che si vede passare davanti - talora intervenendo per fermare un disastro, talaltra fraintendendo completamente ciò che vede - la vita dei suoi concittadini, e la propria: una vita in cui la sua durezza vessa il marito gentile, e il figlio che infine fugge, odiandola, ma che trova una speranza di riscatto al termine della vita; una speranza di riscatto, o di dolcezza.

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Vito Calabrese

Romanzo che affronta tematiche dolorose e conflittuali legate al declino della vita ed allo scorrere inevitabile del tempo, con una scrittura forte, raffinata e dai toni elegiaci. Il cammino di lettura è denso e permeato di delicata mestizia. Può essere urticante e velenoso per chi non vuole affrontare simili argomenti. Può essere visto invece come una celebrazione, un libro addirittura magico e un grande dono, il libro giusto al momento giusto. Olive Kitteridge è personaggio indimenticabile, una donna antipatica, arcigna, piena di difetti, ma nei vari racconti di cui si compone questo romanzo sta sempre dalla parte della verità e dell’autenticità. Sempre lontana dalle piccole bugie e dai fraintendimenti degli umani di questa cittadina del Maine, disposti anche di fronte a fatti incontrovertibili a conservare la verità delle loro falsità, consapevole nell’ attendersi la più viva ostilità come si conviene che accada a chi si impegna in un compito così “distruttore”. Percepiamo di stare in bilico, su un terreno che può franare, ma allo stesso tempo che ci troviamo di fronte alle cose-così-come-sono, e in qualche modo ne siamo sollevati e avvertiamo di potercela fare. La Strout ha coraggio a scrivere un libro così, fino a che si produrranno romanzi del genere possiamo dormire sonni tranquilli.

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