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Eugenio Borgna

Di armonia risuona e di follia

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 22-05-2020 da
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Quale è la realtà della follia, e quale la sua immagine? In che relazione sta con le comuni esperienze di dolore o di malinconia? Attraverso quali linguaggi riesce a comunicare una sofferenza che pare riferirsi a un altro mondo, a una diversa realtà? Come tutto ciò finisce per condizionare la creatività? E in che modo dovrebbe porsi una psichiatria realmente umana che voglia immedesimarsi con le vibrazioni più intense delle anime sofferenti? Eugenio Borgna, nel tentativo di dare risposta a domande come queste, interroga quanti hanno provato a esprimere il senso delle lacerazioni dolorose o delle tormentose inquietudini sperimentate nelle loro vite.Ci introduce così, come in un’ideale galleria letteraria e artistica, ad alcune delle grandi opere che aiutano a cogliere un’altra immagine della follia: quelle di pensatori come Nietzsche o Kierkegaard, di poeti come Georg Trakl, Nelly Sachs e Paul Celan, di scrittori come Virginia Woolf, o di pittori come Friedrich o Böcklin, di registi come Bergman o Lars von Trier. Ma ci svela anche le modalità di esprimere le profondità e le ferite dell’anima di alcune delle sue pazienti, come Angela e Valeria, di grandi mistiche come Teresa di Lisieux e Teresa d’Ávila, o di vittime di una sorte atroce quale fu Etty Hillesum.,Al centro del libro resta il significato della follia come esperienza umana, specchio nel quale si riflette, dilatata e radicalizzata, la nostra condizione. La follia come epifania del dolore, come destino, come esperienza creativa. La follia che rende possibile una più ampia comprensione di quello che noi siamo nella nostra fragilità, e di quello che è il mondo nella sua insondabile complessità.

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Editore: Feltrinelli Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 224

Formato: BOOK

ISBN-10: 885880841X

ISBN-13: 9788858808412

Data di pubblicazione: 2012

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Di armonia risuona e di follia

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Quale è la realtà della follia, e quale la sua immagine? In che relazione sta con le comuni esperienze di dolore o di malinconia? Attraverso quali linguaggi riesce a comunicare una sofferenza che pare riferirsi a un altro mondo, a una diversa realtà? Come tutto ciò finisce per condizionare la creatività? E in che modo dovrebbe porsi una psichiatria realmente umana che voglia immedesimarsi con le vibrazioni più intense delle anime sofferenti? Eugenio Borgna, nel tentativo di dare risposta a domande come queste, interroga quanti hanno provato a esprimere il senso delle lacerazioni dolorose o delle tormentose inquietudini sperimentate nelle loro vite.Ci introduce così, come in un’ideale galleria letteraria e artistica, ad alcune delle grandi opere che aiutano a cogliere un’altra immagine della follia: quelle di pensatori come Nietzsche o Kierkegaard, di poeti come Georg Trakl, Nelly Sachs e Paul Celan, di scrittori come Virginia Woolf, o di pittori come Friedrich o Böcklin, di registi come Bergman o Lars von Trier. Ma ci svela anche le modalità di esprimere le profondità e le ferite dell’anima di alcune delle sue pazienti, come Angela e Valeria, di grandi mistiche come Teresa di Lisieux e Teresa d’Ávila, o di vittime di una sorte atroce quale fu Etty Hillesum.,Al centro del libro resta il significato della follia come esperienza umana, specchio nel quale si riflette, dilatata e radicalizzata, la nostra condizione. La follia come epifania del dolore, come destino, come esperienza creativa. La follia che rende possibile una più ampia comprensione di quello che noi siamo nella nostra fragilità, e di quello che è il mondo nella sua insondabile complessità.

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