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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Enzo Biagi

I quattordici mesi

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Inserito il 22-05-2020 da
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IL GIOVANE ENZO era fresco di matrimonio quando, come molti suoi coetanei d'allora, si trovò davanti a un bivio. Siamo all'inizio del 1944 e in Italia, per un ventenne come Biagi, è l'ora delle scelte radicali: da una parte l'adesione alla Repubblica sociale nell'ora più buia del fascismo, dall'altra la scelta fuorilegge di andare in montagna e unirsi ai partigiani. Una mattina Enzo scelse la sua strada e pedalò verso i boschi d'intorno, fissando il cielo primaverile. Guardava le nuvole cambiar forma e ancora non sapeva che quel viaggio in bicicletta lo avrebbe portato a essere l'uomo che sarebbe diventato. Qualche ora dopo, Biagi si univa a una compagnia di perfetti sconosciuti che in poco tempo sarebbe diventata la sua seconda famiglia: la brigata partigiana di Giustizia e Libertà. Giudicato troppo gracile per combattere, il suo comandante pensò che il partigiano Biagi avrebbe servito meglio la lotta antifascista facendo il suo mestiere: gli venne affidata infatti la stesura del giornale partigiano "Patrioti", del quale era in pratica l'unico redattore. Del giornale uscirono tre numeri, fino a quando i nazisti non individuarono la tipografia e la distrussero. Appena tre numeri, eppure Biagi considererà sempre quell'anno di clandestinità, quei "quattordici mesi" da partigiano, come il momento più importante della sua vita, alla base della sua etica, nel lavoro come nella vita. Progetto sempre cullato e mai ultimato, I quattordici mesi è un libro che ripercorre l'intera opera di Biagi, raccogliendone memorie e brani d'epoca oggi introvabili. Un testo che ci riporta indietro nel tempo per raccontarci la storia di un giornalista clandestino che si rifugiò sulle montagne. Lo stesso giornalista che, un anno dopo quel fatidico viaggio in bicicletta, annuncerà alla radio della quinta armata la liberazione di Bologna.

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Editore: Rizzoli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 288

Formato: BOOK

ISBN-10: 8858600215

ISBN-13: 9788858600214

Data di pubblicazione: 2011

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Enzo Biagi

I quattordici mesi

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IL GIOVANE ENZO era fresco di matrimonio quando, come molti suoi coetanei d'allora, si trovò davanti a un bivio. Siamo all'inizio del 1944 e in Italia, per un ventenne come Biagi, è l'ora delle scelte radicali: da una parte l'adesione alla Repubblica sociale nell'ora più buia del fascismo, dall'altra la scelta fuorilegge di andare in montagna e unirsi ai partigiani. Una mattina Enzo scelse la sua strada e pedalò verso i boschi d'intorno, fissando il cielo primaverile. Guardava le nuvole cambiar forma e ancora non sapeva che quel viaggio in bicicletta lo avrebbe portato a essere l'uomo che sarebbe diventato. Qualche ora dopo, Biagi si univa a una compagnia di perfetti sconosciuti che in poco tempo sarebbe diventata la sua seconda famiglia: la brigata partigiana di Giustizia e Libertà. Giudicato troppo gracile per combattere, il suo comandante pensò che il partigiano Biagi avrebbe servito meglio la lotta antifascista facendo il suo mestiere: gli venne affidata infatti la stesura del giornale partigiano "Patrioti", del quale era in pratica l'unico redattore. Del giornale uscirono tre numeri, fino a quando i nazisti non individuarono la tipografia e la distrussero. Appena tre numeri, eppure Biagi considererà sempre quell'anno di clandestinità, quei "quattordici mesi" da partigiano, come il momento più importante della sua vita, alla base della sua etica, nel lavoro come nella vita. Progetto sempre cullato e mai ultimato, I quattordici mesi è un libro che ripercorre l'intera opera di Biagi, raccogliendone memorie e brani d'epoca oggi introvabili. Un testo che ci riporta indietro nel tempo per raccontarci la storia di un giornalista clandestino che si rifugiò sulle montagne. Lo stesso giornalista che, un anno dopo quel fatidico viaggio in bicicletta, annuncerà alla radio della quinta armata la liberazione di Bologna.

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