Per molti anni lo scaffale delle opere di Salinger (New York, 1919)
ha allineato accanto al Giovane Holden solo questi Nove racconti che precedono dunque Franny e Zooey e Alzate l'architrave, carpentieri (tutti pubblicati da Einaudi). Se le avventure di Holden hanno avuto per l'America (e per l'Europa) un valore emblematico, è in questi racconti che lo humour, la spietatezza, la grazia, la tragica amarezza di Salinger trovano la loro perfetta espressione. Anche se essi non ripetono il tour de force di linguaggio-gergo del romanzo, il loro punto di partenza pur sempre il "parlato" più colloquiale e modulato sulle effimere cadenze della moda; ma Salinger trae dai suoi dialoghi, dalle sue impalpabili storie quasi un arco
di musica teso su un vortice di squallore. Per Salinger solo i bambini
e chi ha vissuto l'orrore della guerra (come in Per Esmé: con amore
e squallore) sono vicini alla verità. Il dialogo dei bambini (vedi Un giorno ideale per i pescibanana) è una finestra su una realtà diversa e vertiginosa, come le domande dei sapienti "zen" ai loro discepoli. Ma anche una conversazione pomeridiana tra amiche (Lo zio Wiggily nel Connecticut) o la telefonata d'un uomo che è a letto con una donna non sua (Bella bocca e occhi miei verdi) diventano occasioni di poesia nutrita di una grande pietà umana.