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Alessandro Baricco

Emmaus

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Inserito il 28-10-2013 da Andrea
Aggiornato il 28-10-2013 da Andrea
Disponibile in 15 librerie
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vivy.onnis

Quello che scrive Alessandro Baricco va letto lentamente. Non va necessariamente capito ma va metabolizzato: a volte perché trascende la realtà; a volte perché fa male. Emmaus fa male: fa male perché ci mette a nudo davanti ad uno specchio, costringendoci a guardare in faccia le nostre doppiezze e ipocrisie – colpevoli o innocenti, angosciose o salvifiche. Emmaus fa male perché ci apre gli occhi sui piccoli mondi disperati che ci gravitano attorno ogni giorno, senza che ce ne rendiamo conto. Fino a quando un giorno si sgretolano. Oppure esplodono. Più spesso implodono: per non disturbare; da soli, per non disturbare. Emmaus fa male perché ci svela quello che da sempre abbiamo imparato ad ignorare, per scelta (non sempre nostra) o per necessità. Quello che abbiamo sempre saputo, “in quel modo nostro di non sapere…” “… camminiamo come discepoli ad Emmaus, ciechi, a fianco di amici e amori che non riconosciamo – fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso” Ecco perché Emmaus. E non c’è nient’altro da dire – come ha ben capito l’editore che, per una volta, ha lasciato intonsi i risvolti di copertina: grazie.

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 139

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807017989

ISBN-13: 9788807017988

Data di pubblicazione: 2009

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vivy.onnis

Quello che scrive Alessandro Baricco va letto lentamente. Non va necessariamente capito ma va metabolizzato: a volte perché trascende la realtà; a volte perché fa male. Emmaus fa male: fa male perché ci mette a nudo davanti ad uno specchio, costringendoci a guardare in faccia le nostre doppiezze e ipocrisie – colpevoli o innocenti, angosciose o salvifiche. Emmaus fa male perché ci apre gli occhi sui piccoli mondi disperati che ci gravitano attorno ogni giorno, senza che ce ne rendiamo conto. Fino a quando un giorno si sgretolano. Oppure esplodono. Più spesso implodono: per non disturbare; da soli, per non disturbare. Emmaus fa male perché ci svela quello che da sempre abbiamo imparato ad ignorare, per scelta (non sempre nostra) o per necessità. Quello che abbiamo sempre saputo, “in quel modo nostro di non sapere…” “… camminiamo come discepoli ad Emmaus, ciechi, a fianco di amici e amori che non riconosciamo – fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso” Ecco perché Emmaus. E non c’è nient’altro da dire – come ha ben capito l’editore che, per una volta, ha lasciato intonsi i risvolti di copertina: grazie.

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