Ci sono uomini che hanno segnato il tempo, uomini che hanno fatto la Storia, uomini che hanno inseguito un obiettivo, un sogno, un'ambizione con una tale ferrea volontà da rimanere nella memoria pubblica e nell'immaginario collettivo per sempre in primo piano. Uomini che hanno ideato e realizzato imprese titaniche, ma con una tale determinazione, scioltezza e serenità da farle apparire quasi alla portata, dopo tutto non impossibili. Beh, uno di questi è Giulio Einaudi, il celebre fondatore dell'omonima Casa editrice. Era il 15 novembre del 1933, a Torino, al numero 7 di via dell'Arcivescovado. Ma facciamo un passo indietro. Quel ragazzo, che allora aveva poco più di vent'anni, era nato nella provincia cuneese, a Dogliani, il 2 gennaio del 1912, da mamma Ida Pellegrini e da papà Luigi Einaudi. Sì, proprio quel Luigi Einaudi, l'autorevole economista che dal 1948 al 1955 salirà al Quirinale. Il Presidente della Repubblica Italiana che verrà ricordato come l' "uomo del rigore". Un ragazzo, il giovane Giulio, che dopo gli studi liceali si applica in qualità di amministratore della rivista paterna "La Riforma Sociale". Il primo passo compiuto nella direzione da lui amata e agognata: l'editoria. E qui torniamo immediatamente al momento della fondazione della "Giulio Einaudi Editore", al 3° piano di quel palazzo torinese che aveva ospitato la sede dell' "Ordine Nuovo" di Antonio Gramsci. L'avventura ha inizio. Un'avventura che ha il sapore della collegialità, della condivisione, del confronto. Giulio Einaudi infatti non è mai stato un editore padrone, egli ha sempre prediletto il lavoro di gruppo, di squadra, come si suol dire ai nostri giorni. Le storiche riunioni di redazione del mercoledì avranno proprio questo taglio, questa vocazione, questa missione, e sarà lui a stimolare dibattiti e scambi di idee, necessari a far nascere e crescere nuove progettualità...