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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Fausta Cialente

Le quattro ragazze Wieselberger

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 24-02-2021 da Michela L.
Aggiornato il 09-03-2021 da Michela L.
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 24-02-2021 da Michela L.
Aggiornato il 09-03-2021 da Michela L.
Disponibile in 1 libreria

In una incantevole Trieste fine Ottocento, vivificata dall’aria mitteleuropea e dalla bora dell’irredentismo, si muovono, aggraziate, e come consapevoli di un loro tragico destino, le quattro sorelle Wieselberger. Appartengono a una famiglia della buona società: la madre è una tranquilla signora, che si divide tra la casa di città, odorosa di cera e di pulito, e la grande casa di campagna, con giardino, orto e vigna; il padre è uno stimato musicista, che dirige con autorità affettuosa sia la famiglia che l’orchestra dei «dilettanti filarmonici». Narrando la loro storia, che è poi quella della sua ramificatissima famiglia, Fausta Cialente racconta mezzo secolo di storia. Integrando la memoria con la fantasia e cogliendo i nessi espliciti e sotterranei tra vita privata e pubblica, tra individuo e storia, Le quattro ragazze Wieselberger, vincitore del Premio Strega nel 1976, porta a compiuta maturità umana ed espressiva l’attività di scrittrice svolta dalla Cialente nell’arco di quarant’anni e realizza il senso, più segreto e vero, della sua vocazione artistica.

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Michela L.

Dal libro: "C'era la guerra in Libia, nel frattempo, la conquista di Tripoli "terra incantata", e anche su quest'argomento mio padre ne diceva di tutti i colori. Non era bastata la disfatta di Adua che ci aveva regalato quel visionario d'un Crispi? Ora, poi, diceva, facevamo ridere il mondo intero con quel voler metter su colonie in un tempo in cui gli altri, arrivati a conquistarsele secoli prima di noi, sarebbero invece costretti a sbarazzarsene o ne sarebbero presto cacciati fuori. (Ma dovevano passare quasi due generazioni prima che ciò si avverasse, mentre lui vedeva già dietro la porta il crollo degl'imperi coloniali). Facevamo ridere i polli, lo sentivo dire, e dovevo sforzarmi a immaginare in qual modo i polli ridessero, col becco o con che altro? Era, insomma, la nostra, una guerra di straccioni, diceva, i predestinati straccioni ch'eravamo sempre, degna delle ridicole canzonette che infestavano l'Italia."

Questa recensione ha avuto 1 voto. Il voto medio è stato 4 su 5

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Editore: Baldini & Castoldi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 270

Formato: BOOK

ISBN-10: 8894814505

ISBN-13: 9788894814507

Data di pubblicazione: 2018

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In una incantevole Trieste fine Ottocento, vivificata dall’aria mitteleuropea e dalla bora dell’irredentismo, si muovono, aggraziate, e come consapevoli di un loro tragico destino, le quattro sorelle Wieselberger. Appartengono a una famiglia della buona società: la madre è una tranquilla signora, che si divide tra la casa di città, odorosa di cera e di pulito, e la grande casa di campagna, con giardino, orto e vigna; il padre è uno stimato musicista, che dirige con autorità affettuosa sia la famiglia che l’orchestra dei «dilettanti filarmonici». Narrando la loro storia, che è poi quella della sua ramificatissima famiglia, Fausta Cialente racconta mezzo secolo di storia. Integrando la memoria con la fantasia e cogliendo i nessi espliciti e sotterranei tra vita privata e pubblica, tra individuo e storia, Le quattro ragazze Wieselberger, vincitore del Premio Strega nel 1976, porta a compiuta maturità umana ed espressiva l’attività di scrittrice svolta dalla Cialente nell’arco di quarant’anni e realizza il senso, più segreto e vero, della sua vocazione artistica.

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Dal libro: "C'era la guerra in Libia, nel frattempo, la conquista di Tripoli "terra incantata", e anche su quest'argomento mio padre ne diceva di tutti i colori. Non era bastata la disfatta di Adua che ci aveva regalato quel visionario d'un Crispi? Ora, poi, diceva, facevamo ridere il mondo intero con quel voler metter su colonie in un tempo in cui gli altri, arrivati a conquistarsele secoli prima di noi, sarebbero invece costretti a sbarazzarsene o ne sarebbero presto cacciati fuori. (Ma dovevano passare quasi due generazioni prima che ciò si avverasse, mentre lui vedeva già dietro la porta il crollo degl'imperi coloniali). Facevamo ridere i polli, lo sentivo dire, e dovevo sforzarmi a immaginare in qual modo i polli ridessero, col becco o con che altro? Era, insomma, la nostra, una guerra di straccioni, diceva, i predestinati straccioni ch'eravamo sempre, degna delle ridicole canzonette che infestavano l'Italia."

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