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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Mariapia Veladiano

Parole di scuola

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Recensioni (0)
Inserito il 11-03-2021 da
Disponibile in 0 librerie
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"La scuola raccontata da uno scrittore rischia di diventare caricatura, pamphlet, ispirazione per una divertente parodia. Non è così quando lo scrittore è coinvolto in prima persona, e la scuola - più ancora della letteratura - è il suo giardino di parole, il luogo dove svolgere un magistero civile che nessun'altra palestra intellettuale può offrire. E' questo il caso di Mariapia Veladiano (...) Quel che più colpisce in Parole di scuola - una sorta di dizionario articolato per voci diverse - è la capacità empatica dell'autrice di assumere punti di vista differenti, tra insegnanti smarriti, genitori francamente insopportabili, studenti sospesi tra paura e desiderio. In chi li osserva non c'è mai giudizio o acrimonia, anzi verrebbe voglia di entrare in classe con Veladiano (...)
Simonetta Fiori - La Repubblica - 27 Aprile 2014

Prima di scrivere romanzi, vincere premi prestigiosi e diventare nota al grande pubblico, Mariapia Veladiano ha insegnato lettere alle scuole superiori per più di vent’anni, per poi diventare preside.
La conosce bene, la scuola. Conosce i ragazzi, l’energia che corre tra i banchi, le adolescenze fatte di paura e desiderio, il futuro che promette, e insieme minaccia.
E conosce bene i professori, il loro lavorare in condizioni sempre più difficili, il fare i conti con una professione che ha perso prestigio e riconoscimento, il sopperire all’impietosità dei tagli ministeriali con le risorse (non solo di spirito) personali.
Conosce le parole della scuola — paura, entusiasmo, vergogna, condivisione, integrazione, esclusione, empatia, identità, equità — e il suono che fanno tra i banchi, dove la vita è più urgente che altrove, dove la vita stessa sta più che altrove.
Perché in aula si imparano le parole giuste per capire sé stessi, gli altri, il mondo. E la vita.

 

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Editore: Edizioni Erickson

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 97

Formato: BOOK

ISBN-10: 8859004535

ISBN-13: 9788859004530

Data di pubblicazione: 2014

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Parole di scuola

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"La scuola raccontata da uno scrittore rischia di diventare caricatura, pamphlet, ispirazione per una divertente parodia. Non è così quando lo scrittore è coinvolto in prima persona, e la scuola - più ancora della letteratura - è il suo giardino di parole, il luogo dove svolgere un magistero civile che nessun'altra palestra intellettuale può offrire. E' questo il caso di Mariapia Veladiano (...) Quel che più colpisce in Parole di scuola - una sorta di dizionario articolato per voci diverse - è la capacità empatica dell'autrice di assumere punti di vista differenti, tra insegnanti smarriti, genitori francamente insopportabili, studenti sospesi tra paura e desiderio. In chi li osserva non c'è mai giudizio o acrimonia, anzi verrebbe voglia di entrare in classe con Veladiano (...)
Simonetta Fiori - La Repubblica - 27 Aprile 2014

Prima di scrivere romanzi, vincere premi prestigiosi e diventare nota al grande pubblico, Mariapia Veladiano ha insegnato lettere alle scuole superiori per più di vent’anni, per poi diventare preside.
La conosce bene, la scuola. Conosce i ragazzi, l’energia che corre tra i banchi, le adolescenze fatte di paura e desiderio, il futuro che promette, e insieme minaccia.
E conosce bene i professori, il loro lavorare in condizioni sempre più difficili, il fare i conti con una professione che ha perso prestigio e riconoscimento, il sopperire all’impietosità dei tagli ministeriali con le risorse (non solo di spirito) personali.
Conosce le parole della scuola — paura, entusiasmo, vergogna, condivisione, integrazione, esclusione, empatia, identità, equità — e il suono che fanno tra i banchi, dove la vita è più urgente che altrove, dove la vita stessa sta più che altrove.
Perché in aula si imparano le parole giuste per capire sé stessi, gli altri, il mondo. E la vita.

 

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