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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Simonetta Agnello Hornby

La Mennulara

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Inserito il 17-03-2021 da
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Roccacolomba. Sicilia. 23 settembre 1963. È morta la Mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo. Domestica della famiglia Alfallipe. Tutti ne parlano, perché tutti hanno in qualche modo avuto a che fare con lei, perché tutti sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine se non con venerazione. Ne parlano soprattutto gli Alfallipe, del cui patrimonio la Mennulara è stata da sempre – e senza mai venir meno al suo ruolo di domestica – oculata amministratrice. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso e semiabbandonato. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro. Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi defraudati, imbrogliati, beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che li ha allevati come figli propri. Il medico, dottor Mendicò, e il prete, padre Arena, sanno – e non possono dire – almeno una parte del grumo di dolore che la Mennulara s’è portata dentro. E altro ancora sa il presidente Fatta, ultimo rappresentante di un’altissima casta di amministratori, che ha goduto delle confidenze e dell’amicizia di Orazio Alfallipe. Tuttavia le voci che rimbalzano dal passìo serale alle portinerie, dal Circolo della Conversazione al Palazzo delle Poste ingigantiscono e intorbidano le trame di quella donna che rabbia, passione, intelligenza hanno portato così in alto da tenere in pugno una famiglia di proprietari terrieri, un boss mafioso, un intero paese. La Sicilia dell’omertà e dell’onore sente il mutare dei tempi ma pare sospesa fra passato e presente, fra il groviglio barocco dell’antica Roccacolomba e la piatta, incolore città nuova toccata dal traffico della vicina superstrada. Decine di personaggi incrociano informazioni e commenti, calunnie e confessioni, memorie e presagi per dar corpo a uno dei più intensi e potenti ritratti di donna della narrativa italiana dopo Menzogna e sortilegio di Elsa Morante..

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Editore: Feltrinelli Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 211

Formato: BOOK

ISBN-10: 8807940043

ISBN-13: 9788807940040

Data di pubblicazione: 2010

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Roccacolomba. Sicilia. 23 settembre 1963. È morta la Mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo. Domestica della famiglia Alfallipe. Tutti ne parlano, perché tutti hanno in qualche modo avuto a che fare con lei, perché tutti sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine se non con venerazione. Ne parlano soprattutto gli Alfallipe, del cui patrimonio la Mennulara è stata da sempre – e senza mai venir meno al suo ruolo di domestica – oculata amministratrice. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso e semiabbandonato. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro. Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi defraudati, imbrogliati, beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che li ha allevati come figli propri. Il medico, dottor Mendicò, e il prete, padre Arena, sanno – e non possono dire – almeno una parte del grumo di dolore che la Mennulara s’è portata dentro. E altro ancora sa il presidente Fatta, ultimo rappresentante di un’altissima casta di amministratori, che ha goduto delle confidenze e dell’amicizia di Orazio Alfallipe. Tuttavia le voci che rimbalzano dal passìo serale alle portinerie, dal Circolo della Conversazione al Palazzo delle Poste ingigantiscono e intorbidano le trame di quella donna che rabbia, passione, intelligenza hanno portato così in alto da tenere in pugno una famiglia di proprietari terrieri, un boss mafioso, un intero paese. La Sicilia dell’omertà e dell’onore sente il mutare dei tempi ma pare sospesa fra passato e presente, fra il groviglio barocco dell’antica Roccacolomba e la piatta, incolore città nuova toccata dal traffico della vicina superstrada. Decine di personaggi incrociano informazioni e commenti, calunnie e confessioni, memorie e presagi per dar corpo a uno dei più intensi e potenti ritratti di donna della narrativa italiana dopo Menzogna e sortilegio di Elsa Morante..

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