racconto criptico e complesso sul rapporto fra artista, esteta ed opera d'arte; presentazione di un'ossessione ed, al contempo, di una sfida di menti e cultura.
si tratta di un'opera breve ma intensa di henry james, che racconta le peripezie di un anonimo critico letterario che cerca le sue mancanze nell'interpretazione del ricamo di un tappeto persiano, fino alla inevitabile quanto amara conclusione, che il lettore può facilmente intuire anche in precedenza ma che comunque nulla toglie all'intensità delle ultime pagine.
sicuramente un testo minore, soprattutto se confrontato ai colossi quali ritratto di signora (the portrait of a lady), il carteggio aspen (the aspern papers) o giro di vite (the turn of the screw); ma comunque pagine ricche di fascino e colme dell'intensa analisi psicologica così cara allo scrittore americano.
se il lettore può accettare un consiglio, presti particolare attenzione all'unica protagonista femminile dell'opera - l'eroina non bella ma interessante, con un nome impegnativo (come non nominare, in un confronto meta letterario l'eroina del daniel deronda o la brillante gwendolen fairfax) e con un cognome che nei suoi echi greci ci riporta all'essenza del racconto, l'enigma. una piccola borghese in una prima lettura, o forse un vampiro, innocente ma comunque vorace, che si nutre dei lutti che la seguono.