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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Luciano De Crescenzo

Nessuno

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Inserito il 20-03-2021 da
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Che cosa facevano i ricchi dopo cena, otto secoli prima di Cristo? Ascoltavano un cantautore, possibilmente cieco, che in cambio del cibo o di qualche regalino raccontava storie a puntate, brulicanti di guerrieri valorosi come Rambo, di dè Ulisse, invece, aveva tutti i pregi e i difetti che un uomo deve avere: era coraggioso, bugiardo, amante dell'avventura, attaccato alla famiglia, traditore, curioso, imbroglione, astuto, farabutto, intelligente e, come dicono i milanesi, "cacciaballe". Per questo uomini e donne provavano tanto piacere quando udivano raccontare le sue imprese. Luciano De Crescenzo ha voluto rinfrescare questo piacere traducendo (a modo suo) l'Odissea, il grande poema dedicato alle avventure di Ulisse. Prendere in mano questo suo nuovo libro è come sedersi in una sala dove la voce del cantastorie si leva per parlare ancora una volta della morbosa Calipso, di Telemaco, della bella Nausicaa, del cavallo di Troia, del ciclope Polifemo che Ulisse ingannò dicendo di chiamarsi Nessuno, di una visita nel regno sotterraneo dell'Ade, delle Sirene, del ritorno a Itaca, dei Proci, di Penelope e di tutto il resto. Ma la voce del cantastorie è quella arguta di De Crescenzo, che di tanto in tanto sospende il discorso per divagare e trasforma le avventure di Ulisse in un intrattenimento dei suoi. L'ultima parte del libro, intitolata 'Contro Ulisse', raccoglie uno di quei dossier che sono sempre circolati sui personaggi in vista. Sono storie che nell'Odissea non compaiono, ma che i Greci antichi raccontavano con maligno piacere e in cui l'eroe di Itaca rimedia una brutta figura dopo l'altra.

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Editore: Edizioni Mondadori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 252

Formato: BOOK

ISBN-10: 8852036652

ISBN-13: 9788852036651

Data di pubblicazione: 2013

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Luciano De Crescenzo

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Che cosa facevano i ricchi dopo cena, otto secoli prima di Cristo? Ascoltavano un cantautore, possibilmente cieco, che in cambio del cibo o di qualche regalino raccontava storie a puntate, brulicanti di guerrieri valorosi come Rambo, di dè Ulisse, invece, aveva tutti i pregi e i difetti che un uomo deve avere: era coraggioso, bugiardo, amante dell'avventura, attaccato alla famiglia, traditore, curioso, imbroglione, astuto, farabutto, intelligente e, come dicono i milanesi, "cacciaballe". Per questo uomini e donne provavano tanto piacere quando udivano raccontare le sue imprese. Luciano De Crescenzo ha voluto rinfrescare questo piacere traducendo (a modo suo) l'Odissea, il grande poema dedicato alle avventure di Ulisse. Prendere in mano questo suo nuovo libro è come sedersi in una sala dove la voce del cantastorie si leva per parlare ancora una volta della morbosa Calipso, di Telemaco, della bella Nausicaa, del cavallo di Troia, del ciclope Polifemo che Ulisse ingannò dicendo di chiamarsi Nessuno, di una visita nel regno sotterraneo dell'Ade, delle Sirene, del ritorno a Itaca, dei Proci, di Penelope e di tutto il resto. Ma la voce del cantastorie è quella arguta di De Crescenzo, che di tanto in tanto sospende il discorso per divagare e trasforma le avventure di Ulisse in un intrattenimento dei suoi. L'ultima parte del libro, intitolata 'Contro Ulisse', raccoglie uno di quei dossier che sono sempre circolati sui personaggi in vista. Sono storie che nell'Odissea non compaiono, ma che i Greci antichi raccontavano con maligno piacere e in cui l'eroe di Itaca rimedia una brutta figura dopo l'altra.

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