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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Alessandro Aresu

Il dominio del XXI secolo

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Inserito il 08-11-2022 da Akribia
Aggiornato il 16-11-2022 da Akribia
Disponibile in 1 libreria
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Aggiornato il 16-11-2022 da Akribia
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La Cina e gli Stati Uniti sono in guerra. I fronti aperti riguardano il digitale e l’ambiente, su cui si concentrano gli investimenti di tutti gli attori globali. Il territorio che deciderà il destino di questo secolo è la tecnologia. Una nuova guerra fredda? La lotta per il dominio del XXI secolo avanza con un ritmo vertiginoso. La pandemia ha svelato fratture che esistevano già. Il mercato mondiale colpito dal virus è fatto di asimmetrie, differenze, resistenze. E questi conflitti rivelano l’intreccio labirintico che lega la politica al capitalismo: dall’uso politico del commercio, della finanza e soprattutto della tecnologia, alle sanzioni come prosecuzione o sostituzione della guerra con nuovi mezzi. Tutto quest’armamentario non è nuovo. Ma è nuova la velocità con la quale gli eventi possono precipitare fra le due grandi potenze di questo secolo. La transizione digitale e la transizione ecologica, spiega Alessandro Aresu, non riguardano solo lo sviluppo economico e la salvaguardia del pianeta, ma vivono di una dimensione geopolitica che spesso ignoriamo. E che scopriamo all’improvviso quando non riusciamo a ordinare uno smartphone per la carenza dei semiconduttori o quando il prezzo dei materiali sale alle stelle. I principali protagonisti della guerra tecnologica sono Stati Uniti e la Cina con le loro imprese, ma i conflitti influenzano necessariamente gli altri, a partire dall’Europa. La guerra tecnologica chiama in causa la sua dimensione sociale, perché ogni tecnologia è prima di tutto un prodotto umano. Il vincitore di questi fronti deciderà il nostro futuro. Oggi il mondo non è destinato alla guerra, ma è certamente preparato alla guerra.

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Editore: Feltrinelli Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 224

Formato: BOOK

ISBN-10: 8858848918

ISBN-13: 9788858848913

Data di pubblicazione: 2022

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La Cina e gli Stati Uniti sono in guerra. I fronti aperti riguardano il digitale e l’ambiente, su cui si concentrano gli investimenti di tutti gli attori globali. Il territorio che deciderà il destino di questo secolo è la tecnologia. Una nuova guerra fredda? La lotta per il dominio del XXI secolo avanza con un ritmo vertiginoso. La pandemia ha svelato fratture che esistevano già. Il mercato mondiale colpito dal virus è fatto di asimmetrie, differenze, resistenze. E questi conflitti rivelano l’intreccio labirintico che lega la politica al capitalismo: dall’uso politico del commercio, della finanza e soprattutto della tecnologia, alle sanzioni come prosecuzione o sostituzione della guerra con nuovi mezzi. Tutto quest’armamentario non è nuovo. Ma è nuova la velocità con la quale gli eventi possono precipitare fra le due grandi potenze di questo secolo. La transizione digitale e la transizione ecologica, spiega Alessandro Aresu, non riguardano solo lo sviluppo economico e la salvaguardia del pianeta, ma vivono di una dimensione geopolitica che spesso ignoriamo. E che scopriamo all’improvviso quando non riusciamo a ordinare uno smartphone per la carenza dei semiconduttori o quando il prezzo dei materiali sale alle stelle. I principali protagonisti della guerra tecnologica sono Stati Uniti e la Cina con le loro imprese, ma i conflitti influenzano necessariamente gli altri, a partire dall’Europa. La guerra tecnologica chiama in causa la sua dimensione sociale, perché ogni tecnologia è prima di tutto un prodotto umano. Il vincitore di questi fronti deciderà il nostro futuro. Oggi il mondo non è destinato alla guerra, ma è certamente preparato alla guerra.

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