Quello che di questa guerra resterà più impresso nella memoria collettiva, anche quando i riflettori mediatici piano piano si spegneranno, è il sottosuolo in cui una moltitudine di persone sono state costrette a vivere in condizioni precarie, al limite della sopportazione: operai, classe media, imprenditori, poveri. Famiglie che avevano tutto: belle case, la dignità di un lavoro, sogni per i propri figli. Inaspettatamente si sono ritrovate divise, spezzate, intrappolate come topi nei sotterranei delle città più martoriate per sfuggire alla morte. Uomini, donne, bambini. Civili e militari. Anziani, malati, disabili, donne in stato di gravidanza: tutti fantasmi all'improvviso. Fantasmi degli imprenditori, degli operai, dei marinai, dei professori, degli architetti che erano. Riusciti a sopravvivere con poco cibo, poca acqua, e senza la luce del sole. Riusciti a sopravvivere solo perché aggrappati alla speranza. Ma concretamente come hanno fatto? Chi portava loro il cibo? Come si lavavano? E vivevano davvero sotto i bombardamenti costanti? A un anno dall'invasione russa dell'Ucraina Luciana Coluccello, reporter e inviata delle trasmissioni di La7, racconta un aspetto insolito della guerra, la mera organizzazione quotidiana della sopravvivenza e lo fa mettendo i sentimenti e le emozioni delle vittime in primo piano, le loro drammatiche testimonianze, le speranze, il dolore irrefrenabile. E poi le riflessioni "masticate" per mesi dall'autrice, alla ricerca di un senso. Ne viene fuori un racconto straordinario, in presa diretta, che rievoca i grandi reportage dal fronte di Oriana Fallaci o quelli corali di Svetlana Aleksievic.