Mallena è diventata il punto di riferimento di Norolani, piccolo paesino dell’entroterra sardo. È una llevadora: assiste tutte le partorienti mettendo in pratica il sapere antico tramandatole dalla madre. Questo senza pretendere nulla in cambio, se non qualche fetta di formaggio o forma di pane. Ma tutto cambia quando suo marito Jubanne torna dal fronte, ferito nel corpo e nell’anima. Per pagare le cure necessarie all’uomo, che per proteggerla da un destino che gravava su di lei come una condanna l’aveva sposata, Mallena chiede a gran voce al sindaco di essere remunerata per il suo lavoro. Quel sussidio le viene negato e, come se non bastasse, in conformità a un decreto regio, viene assunta un’ostetrica diplomata, destinata a sostituirla.
Angelica Ferrari arriva dal continente e, nonostante la giovane età, ha combattuto a lungo per essere lì, sfidando le convenzioni sociali e la disapprovazione di suo padre, che la voleva moglie e madre. E adesso deve affrontare la diffidenza delle donne del paese: nonostante il divieto ufficiale, le donne continuano a preferire Mallena, anche perché la nuova arrivata usa metodi moderni, come il forcipe, e non parla la loro lingua. Le compaesane si ribelleranno e otterranno che Mallena possa continuare, anche senza un riconoscimento formale.
Mallena e Angelica dovrebbero essere rivali, eppure sono due facce della stessa medaglia: entrambe spinte dal desiderio di libertà e indipendenza, entrambe vittime della quotidiana ingiustizia che il mondo sa riservare alle donne.