Maristella è sempre stata una bambina saggia, innamorata di suo padre, il dottor Spiga, ai suoi occhi privo di difetti, se non una misteriosa malinconia, della quale è senz’altro responsabile il mondo, con le sue ingiustizie e le sue meschinità.
Tra le lunghe estati al Poetto e le gite nell’entroterra sardo, l’esempio del padre, medico comunista, e il mito di Madre Teresa di Calcutta hanno fatto nascere in Maristella bambina il desiderio di mettersi al servizio del mondo, per cambiarlo, forse perfino per salvarlo, ma la vita degli adulti spesso non è all’altezza dei sogni dell’infanzia e quella di Maristella Spiga non fa eccezione.
Quarantenne scettica e allampanata, insegnante di scienze precaria, dopo la morte del padre, trova finalmente il coraggio di mettersi alla prova in un viaggio a Calcutta, dove nulla sarà come lo era immaginato.
Soltanto a Nizza, durante un viaggio con le amiche, troverà invece il modo di fare i conti con i propri sogni e con ciò che le resta, ritrovandosi davanti a una svolta che la sua lettura razionale e quasi disincantata della realtà non avrebbe mai lasciato prevedere.
E, usando le parole di Michela Murgia, la scrittura di Alessandro De Roma “ha il potere delle verità taciute, la forza di metterti davanti a quello che ti de intorbisce l’aria, l’acqua e il cuore”, nel Principe rosa lo scandaglio dell’animo umano nell’attimo in cui scopre se stesso e accetta le proprie incertezze racconta qualcosa di ognuno di noi.