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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Giorgio Faletti

Appunti di un venditore di donne

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 15-07-2014 da Maria Agostina
Aggiornato il 10-11-2022 da Maria Agostina
Disponibile in 7 librerie
Inserito il 15-07-2014 da Maria Agostina
Aggiornato il 10-11-2022 da Maria Agostina
Disponibile in 7 librerie

1978.
Mentre l'Italia intera vive i giorni drammatici del sequestro Moro, una Milano stremata dagli scontri politici e sotto la minaccia del banditismo si prepara a diventare la Città da Bere degli anni Ottanta. Per la società ricca, quella che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, i divertimenti si fanno sempre più estremi, in un clima da fine impero.
È in questo ambiente, tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine e cabaret - dove cresce una nuova generazione di comici - che conduce i propri affari un uomo enigmatico, affascinante, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno sgarbo. Tutti lo conoscono con il nome di Bravo. Lavora con le donne. Le vende. La sua esistenza è una lunga notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l'amico Daytona. L'unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è Lucio, il vicino di casa. Ad accomunarli è la passione per i crittogrammi.
La comparsa improvvisa di una ragazza, Carla, sembra risvegliare dolorosamente in Bravo sensazioni che credeva sopite per sempre. È invece l'inizio di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dai Servizi Segreti deviati, dalla criminalità organizzata e dai brigatisti rossi. Per salvarsi potrà contare solo su se stesso. Il mondo reale, cui aveva cercato di sottrarsi sostituendo l'oscurità alla luce del giorno, lo reclama mettendolo faccia a faccia con la violenza del proprio tempo. Qualcosa di talmente grosso da far apparire acqua cristallina i suoi torbidi traffici.

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Recensioni

sassa74

Premessa: “io uccido” mi è piaciuto tantissimo, l’ho letto tutto d’un fiato, e se non fosse che ancora mi ricordo chi è l’assassino, lo rileggerei volentieri; “niente di vero tranne gli occhi” mi è piaciuto – anche se un po’ meno, forse perché la storia degli occhi l’ho trovata poco realistica; “fuori da un evidente destino” non sono riuscita ad andare oltre le primissime pagine; “io sono Dio” non l’ho ancora aperto; non ho comprato la raccolta “pochi inutili nascondigli”; avevo letto recensioni interessanti di questo “appunti di un venditore di donne” e l’ho voluto leggere… Se ci ho messo parecchio tempo non è colpa del libro, che si farebbe leggere tranquillamente in pochi giorni, ma colpa di tutta una serie di circostanze che in questo periodo stanno influenzando la mia vita ed il mio umore, oltre che la mia predisposizione alla lettura ricreativa. È ambientato in una città che non conosco, in un’epoca per me lontanissima (avevo l’età di mio figlio, forse meno, quando Aldo Moro fu rapito, quando le B.R. seminavano il terrore), è ben scritto – lo stile di Faletti mi piace! – eppure la vicenda non mi ha convinta proprio… o forse non fanno per me le spy stories, con il protagonista innocente incastrato da una serie di circostanze ed avvenimenti, con tutta una serie di personaggi-stereotipi di quelli da action movie, come se Faletti non avesse voluto scrivere un libro, ma una sceneggiatura… con una vicenda così intricata (tra B. R. e servizi segreti, poliziotti corrotti, mafia locale, ed ovviamente agganci nelle alte sfere della politica!) da sembrare assolutamente finta! Mi dispiace, in fondo, ma non posso che dire che il mio giudizio è “così così”…

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Maria Agostina

Trama tanto realistica quanto poco convincente, un cattivo-finto-buono che si può scoprire dalle prime pagine, un finale improbabile e una capacità di scrittura discutibile. 6 perché inspiegabilmente non si fa buttare dalla finestra.

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Editore: Dalai Editore

Lingua: Italiano

Numero di pagine: 397

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8860735394

ISBN-13: 9788860735393

Data di pubblicazione: 2010

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1978.
Mentre l'Italia intera vive i giorni drammatici del sequestro Moro, una Milano stremata dagli scontri politici e sotto la minaccia del banditismo si prepara a diventare la Città da Bere degli anni Ottanta. Per la società ricca, quella che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, i divertimenti si fanno sempre più estremi, in un clima da fine impero.
È in questo ambiente, tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine e cabaret - dove cresce una nuova generazione di comici - che conduce i propri affari un uomo enigmatico, affascinante, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno sgarbo. Tutti lo conoscono con il nome di Bravo. Lavora con le donne. Le vende. La sua esistenza è una lunga notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l'amico Daytona. L'unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è Lucio, il vicino di casa. Ad accomunarli è la passione per i crittogrammi.
La comparsa improvvisa di una ragazza, Carla, sembra risvegliare dolorosamente in Bravo sensazioni che credeva sopite per sempre. È invece l'inizio di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dai Servizi Segreti deviati, dalla criminalità organizzata e dai brigatisti rossi. Per salvarsi potrà contare solo su se stesso. Il mondo reale, cui aveva cercato di sottrarsi sostituendo l'oscurità alla luce del giorno, lo reclama mettendolo faccia a faccia con la violenza del proprio tempo. Qualcosa di talmente grosso da far apparire acqua cristallina i suoi torbidi traffici.

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Premessa: “io uccido” mi è piaciuto tantissimo, l’ho letto tutto d’un fiato, e se non fosse che ancora mi ricordo chi è l’assassino, lo rileggerei volentieri; “niente di vero tranne gli occhi” mi è piaciuto – anche se un po’ meno, forse perché la storia degli occhi l’ho trovata poco realistica; “fuori da un evidente destino” non sono riuscita ad andare oltre le primissime pagine; “io sono Dio” non l’ho ancora aperto; non ho comprato la raccolta “pochi inutili nascondigli”; avevo letto recensioni interessanti di questo “appunti di un venditore di donne” e l’ho voluto leggere… Se ci ho messo parecchio tempo non è colpa del libro, che si farebbe leggere tranquillamente in pochi giorni, ma colpa di tutta una serie di circostanze che in questo periodo stanno influenzando la mia vita ed il mio umore, oltre che la mia predisposizione alla lettura ricreativa. È ambientato in una città che non conosco, in un’epoca per me lontanissima (avevo l’età di mio figlio, forse meno, quando Aldo Moro fu rapito, quando le B.R. seminavano il terrore), è ben scritto – lo stile di Faletti mi piace! – eppure la vicenda non mi ha convinta proprio… o forse non fanno per me le spy stories, con il protagonista innocente incastrato da una serie di circostanze ed avvenimenti, con tutta una serie di personaggi-stereotipi di quelli da action movie, come se Faletti non avesse voluto scrivere un libro, ma una sceneggiatura… con una vicenda così intricata (tra B. R. e servizi segreti, poliziotti corrotti, mafia locale, ed ovviamente agganci nelle alte sfere della politica!) da sembrare assolutamente finta! Mi dispiace, in fondo, ma non posso che dire che il mio giudizio è “così così”…

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Maria Agostina

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