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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Philip Roth

L'umiliazione

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 04-04-2013 da Paolo Logli
Aggiornato il 06-04-2023 da Michela L.
Disponibile in 7 librerie
Inserito il 04-04-2013 da Paolo Logli
Aggiornato il 06-04-2023 da Michela L.
Disponibile in 7 librerie

Everything is over for Simon Axler, the protagonist of Philip Roth's startling new book. A leading American actor of his generation, Simon has lost his magic, his talent, and his assurance. When he goes on stage he feels like a lunatic. His confidence has drained away; he imagines people laughing at him. His wife has gone, his audience has left him, and his agent can't persuade him to make a comeback. Into this shattering account of terrifying self-evacuation bursts a counterplot of unusual erotic desire, a consolation so risky and aberrant that it points toward a darker and more shocking end. In this long day's journey into night, told with Roth's inimitable urgency, bravura, and gravity, all the ways that we persuade ourselves of our solidity, all our life's performances, talent, love, sex, hope, energy, reputation, are stripped off.

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Recensioni

Giancarlo Zoccheddu

E me li vedevo lì, ghignanti, gli anti-rothiani pronti a dire "E' un testo minore. E' un romanzo mediocre. E' poi banale e superficiale e frettoloso è... è... aspetta un attimo che mi prendo il dizionario dei sinonimi" eccetera . E giù a ridere come matti ché questi anti-rothiani non si capisce mica che cosa cercano nella lettura. Altrimenti spiegatemi come fanno a dichiararsi anti-rothiani, un genere tutto speciale di categoria umana che rappresenta per eccellenza l'assoluta negazione del piacere nella lettura. E leggendo pensavo "avranno mica ragione loro questa volta?" E poi però ho trovato questo brano: "Non è una questione di fiducia - ribatté Axler. - Ho sempre avuto il vago sospetto di non aver alcun talento" [...] - No, è una questione di falsità, falsità pure e semplice e talmente pervasiva che l'unica cosa che posso fare è stare in scena e dire al pubblico "Sono un bugiardo. E non so neppure mentire bene. Sono un impostore" E allora sapete cosa? ancora una volta il mistero dei romanzi di Roth si è svelato nitido di fronte a me. Una intuizione che ti si infila dritta nell'orticello ben curato della tua interiorità. E 'sta cosa è fulminante. Essere impostori. Essere un bluff. ( e ora attenzione eccesso di autobiografismo) Senza entrare nei particolari, io faccio un lavoro che mi mette in mostra. E quando sono in mostra ragiono sul rapporto di fiducia che si crea. Ma nello stesso tempo c'è un'altra cosa subdola che sale su e si insinua nei miei pensierini. In che modo riuscirò anche questa volta a far credere che tutto non sia una grossa menzogna ben srotolata? Cioè io non credo mica che sia tutto basato su un bluff (sull'avere veramente quelle qualità o no) ma il timore è che potrebbe anche esserlo. E allora non è il sesso, non è il suicidio, non è la perdita del talento. Oppure è tutte queste cose ma declinate alla luce dell'altra: E' pensare alla propria vita come ad una bugia ben costruita, ecco il fuoco del libro. Quel fuoco che tiene vivo il lettore. Che stimola la sua sensibilità. Se si parte da quello allora come una ragnatela l'impostura ricopre tutti i personaggi e le azioni e i sentimenti. E noi. E in questo "l'Umiliazione" è solido e penetrante e quasi scarno e sobrio nell'intrappolare le nostre fragili credenze (chi vuole veramente ammettere, se non per blanda autoironia, di aver costruito la propria vita in realtà su un inganno ben riuscito?) "Prendi un solo momento - dice - Affrontiamo un momento per volta. Prendi quel momento, prendi tutto di quel momento e poi passa al momento successivo. Non importa dove vai. Non preoccupartene. Va avanti così momento per momento. Il segreto è stare in quel momento, senza badare al resto e senza avere idea di dove andrai dopo. Perché se riesci a far funzionare un momento, puoi arrivare dappertutto" Eh eh e questo brano secondo voi è un bluff? Forse. Come questa recensione. E' buona o cattiva? potrebbe essere un'impostura per come cerca un argomento minore, finge di essere intuitivamente sottile per non fare, in realtà, una seria e critica analisi del libro. E se il problema del presente che viviamo fosse non riuscire più a distinguere il talento dalla menzogna?

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 113

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806200925

ISBN-13: 9788806200923

Data di pubblicazione: 2010

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Philip Roth

L'umiliazione

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Aggiornato il 06-04-2023 da Michela L.
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Giancarlo Zoccheddu

E me li vedevo lì, ghignanti, gli anti-rothiani pronti a dire "E' un testo minore. E' un romanzo mediocre. E' poi banale e superficiale e frettoloso è... è... aspetta un attimo che mi prendo il dizionario dei sinonimi" eccetera . E giù a ridere come matti ché questi anti-rothiani non si capisce mica che cosa cercano nella lettura. Altrimenti spiegatemi come fanno a dichiararsi anti-rothiani, un genere tutto speciale di categoria umana che rappresenta per eccellenza l'assoluta negazione del piacere nella lettura. E leggendo pensavo "avranno mica ragione loro questa volta?" E poi però ho trovato questo brano: "Non è una questione di fiducia - ribatté Axler. - Ho sempre avuto il vago sospetto di non aver alcun talento" [...] - No, è una questione di falsità, falsità pure e semplice e talmente pervasiva che l'unica cosa che posso fare è stare in scena e dire al pubblico "Sono un bugiardo. E non so neppure mentire bene. Sono un impostore" E allora sapete cosa? ancora una volta il mistero dei romanzi di Roth si è svelato nitido di fronte a me. Una intuizione che ti si infila dritta nell'orticello ben curato della tua interiorità. E 'sta cosa è fulminante. Essere impostori. Essere un bluff. ( e ora attenzione eccesso di autobiografismo) Senza entrare nei particolari, io faccio un lavoro che mi mette in mostra. E quando sono in mostra ragiono sul rapporto di fiducia che si crea. Ma nello stesso tempo c'è un'altra cosa subdola che sale su e si insinua nei miei pensierini. In che modo riuscirò anche questa volta a far credere che tutto non sia una grossa menzogna ben srotolata? Cioè io non credo mica che sia tutto basato su un bluff (sull'avere veramente quelle qualità o no) ma il timore è che potrebbe anche esserlo. E allora non è il sesso, non è il suicidio, non è la perdita del talento. Oppure è tutte queste cose ma declinate alla luce dell'altra: E' pensare alla propria vita come ad una bugia ben costruita, ecco il fuoco del libro. Quel fuoco che tiene vivo il lettore. Che stimola la sua sensibilità. Se si parte da quello allora come una ragnatela l'impostura ricopre tutti i personaggi e le azioni e i sentimenti. E noi. E in questo "l'Umiliazione" è solido e penetrante e quasi scarno e sobrio nell'intrappolare le nostre fragili credenze (chi vuole veramente ammettere, se non per blanda autoironia, di aver costruito la propria vita in realtà su un inganno ben riuscito?) "Prendi un solo momento - dice - Affrontiamo un momento per volta. Prendi quel momento, prendi tutto di quel momento e poi passa al momento successivo. Non importa dove vai. Non preoccupartene. Va avanti così momento per momento. Il segreto è stare in quel momento, senza badare al resto e senza avere idea di dove andrai dopo. Perché se riesci a far funzionare un momento, puoi arrivare dappertutto" Eh eh e questo brano secondo voi è un bluff? Forse. Come questa recensione. E' buona o cattiva? potrebbe essere un'impostura per come cerca un argomento minore, finge di essere intuitivamente sottile per non fare, in realtà, una seria e critica analisi del libro. E se il problema del presente che viviamo fosse non riuscire più a distinguere il talento dalla menzogna?

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