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Enrico Brizzi

La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 20-03-2014 da JohnGrady
Aggiornato il 20-03-2014 da JohnGrady
Disponibile in 2 librerie
Inserito il 20-03-2014 da JohnGrady
Aggiornato il 20-03-2014 da JohnGrady
Disponibile in 2 librerie

"Quando il Silvio, raccontatore di miracoli impareggiabile, si affacciò sulla scena politica, ancora si ripeteva in giro che la televisione era lo specchio della società. Era un'interpretazione ormai inadeguata: presto la società italiana sarebbe entrata dentro quello strano specchio, tutta intera come Alice e, come lei, sarebbe partita per il viaggio più colorato e spaventoso della propria Storia." Enrico Brizzi racconta con ironia l'Italia dagli anni Ottanta a oggi. Nell'agra commedia nazionale c'è posto per passioni e amicizie, Pertini e Supergulp, Berlinguer e Drive in, gli anni del Pentapartito e lo strano destino di un narratore esordiente. E poi il Silvio, l'ascesa al potere, i pubblici scandali, la fine del mito. La Prima e la Seconda Repubblica del nostro Paese sempre in attesa di un'altra primavera. Il presente volume è ideale proseguimento e completamento di "La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco".

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Recensioni

Giancarlo Zoccheddu

Libro inutile, faticosamente preciso nella cronologia e raramente stimolante nelle riflessioni politiche. Meglio un saggio. Interessante l'esperienza di Brizzi a Sanremo e poco altro. Bella copertina, fogli troppo bianchi, effetto fotocopie, bibliografia povera. Tutta la faccenda si poteva riassumere in poche righe. Shakespeare, Giulio Cesare, Atto I Scena I Cassio: La colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma di noi stessi, che siamo degli schiavi. "Bruto" e "Cesare"; che cosa c'è in quel "Cesare"? Perché quel nome dovrebbe suonare meglio del tuo? Scrivili entrambi, il tuo è un nome altrettanto buono. Dà loro voce, il tuo s'addice alla bocca altrettanto bene. Pesali, il tuo non è da meno. Usali per evocare spiriti, "Bruto" ne farà apparire uno non più tardi di "Cesare". Ora, nel nome di tutti gli dèi in una volta, di quale cibo si nutre questo nostro Cesare da diventare così grande? (non sono un fanatico di Shakespeare. Questo brano l'ho sentito in un film che ho visto oggi. Mi pare adatto come sintesi perfetta dei tempi)

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Editore: Laterza

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 303

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8842094331

ISBN-13: 9788842094333

Data di pubblicazione: 2010

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"Quando il Silvio, raccontatore di miracoli impareggiabile, si affacciò sulla scena politica, ancora si ripeteva in giro che la televisione era lo specchio della società. Era un'interpretazione ormai inadeguata: presto la società italiana sarebbe entrata dentro quello strano specchio, tutta intera come Alice e, come lei, sarebbe partita per il viaggio più colorato e spaventoso della propria Storia." Enrico Brizzi racconta con ironia l'Italia dagli anni Ottanta a oggi. Nell'agra commedia nazionale c'è posto per passioni e amicizie, Pertini e Supergulp, Berlinguer e Drive in, gli anni del Pentapartito e lo strano destino di un narratore esordiente. E poi il Silvio, l'ascesa al potere, i pubblici scandali, la fine del mito. La Prima e la Seconda Repubblica del nostro Paese sempre in attesa di un'altra primavera. Il presente volume è ideale proseguimento e completamento di "La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco".

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Libro inutile, faticosamente preciso nella cronologia e raramente stimolante nelle riflessioni politiche. Meglio un saggio. Interessante l'esperienza di Brizzi a Sanremo e poco altro. Bella copertina, fogli troppo bianchi, effetto fotocopie, bibliografia povera. Tutta la faccenda si poteva riassumere in poche righe. Shakespeare, Giulio Cesare, Atto I Scena I Cassio: La colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma di noi stessi, che siamo degli schiavi. "Bruto" e "Cesare"; che cosa c'è in quel "Cesare"? Perché quel nome dovrebbe suonare meglio del tuo? Scrivili entrambi, il tuo è un nome altrettanto buono. Dà loro voce, il tuo s'addice alla bocca altrettanto bene. Pesali, il tuo non è da meno. Usali per evocare spiriti, "Bruto" ne farà apparire uno non più tardi di "Cesare". Ora, nel nome di tutti gli dèi in una volta, di quale cibo si nutre questo nostro Cesare da diventare così grande? (non sono un fanatico di Shakespeare. Questo brano l'ho sentito in un film che ho visto oggi. Mi pare adatto come sintesi perfetta dei tempi)

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