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E intanto, mentre non c'eri...

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Agatha Christie

Assassinio sull'Orient Express

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 12-11-2014 da Marina
Aggiornato il 12-11-2014 da Marina
Disponibile in 8 librerie
Inserito il 12-11-2014 da Marina
Aggiornato il 12-11-2014 da Marina
Disponibile in 8 librerie

L’Orient.Express, il leggendario treno delle spie e degli avventurieri internazionali, occupa un posto importante nell’immaginario collettivo degli appassionati della letteratura poliziesca. Il merito appartiene all’indimenticabile signora del mistero Agatha Christie e alla sua creatura, l’impareggiabile Poirot. In quella che rimane probabilmente una delle sue più celebri imprese, Poirot, salito a bordo di un vagone di prima classe partito da Istambul e diretto a Calais, è costretto ad occuparsi di un feroce delitto. Infatti, mentre il treno è bloccato dalla neve qualcuno tra i paseggeri pugnala a morte il signor Ratchett, un ricco americano. L’assassino deve per forza nascondersi fra i viaggiatori, ma nessuno di loro sembra avere avuto nessun motivo per commettere il crimine. Poirot compie le sue indagini e, come al solito, risolve brillantemente il caso, ma questa volta la soluzione è davvero sorprendente.

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Recensioni

sassa74

"Vede, caro dottore, io non sono solito basarmi sui vari procedimenti seguiti dai miei colleghi. E' della psicologia, che mi preoccupo, non delle impronte digitali o della qualità della cenere delle sigarette." "Ciò che secondo me è particolarmente interessante in questa faccenda è che non abbiamo a nostra disposizione nessuno dei mezzi di cui può servirsi la polizia; per esempio non possiamo indagare sulla moralità di nessuno di costoro, e dobbiamo quindi contare unicamente sulle deduzioni." "E' forse il difetto di noialtri investigatori, ci aspettiamo che una persona non muti di contegno, e certi atteggiamenti e cambiamenti d'umore non li comprendiamo." "Se si mette bruscamente di fronte alla verità uno che ha mentito, nove volte su dieci, colto di sorpresa, confesserà. Naturalmente, però, è necessario indovinarla la verità, per produrre quest'effetto. Così faccio io in questo in questo caso, e continuerò a farlo (...)" Ecco: queste sono le frasi che possono - a mio parere - riassumere la grandezza di Poirot... Poirot che è uscito dalla penna (o dalla macchina per scrivere?) di Agatha Christie per diventare "indipendente" dalla sua creatrice - un po' come è successo a Sherlock Holmes, no? Mi è un po' dispiaciuto non godermi questo libro come meritava di essere letto e vissuto, me lo sono trascinato per giorni e giorni, me lo sono portato al mare, in camera da letto, in salotto, e il più delle volte non riuscivo che a leggerne poche righe, così quando finalmente l'ho terminato, ho pensato "Finalmente l'ho finito!" con un senso di liberazione... la colpa di ciò, a ben pensarci, non è stata né della trama (straordinaria), né dello stile o della fantasia giallista della Christie, assolutamente perfetta anche in questo libro: ancora una volta - se non avessi saputo già in anticipo chi era il colpevole - mi avrebbe lasciata a bocca aperta nel suo studio dei personaggi, nel suo condurre il lettore fino all'ultima pagina lasciandogli tutti gli indizi, ma nessuna certezza su chi additare come colpevole! La colpa, dicevo, è del famoso e bellissimo film con Peter Ustinof, che ho visto e rivisto così tante volte da averlo quasi imparato a memoria, così tante volte che la lettura del libro mi è sembrata come salire per l'ennesima volta su quel treno, conoscendone già la sequenza delle scene e degli avvenimenti, trovare la lettera minatoria, veder fuggire via nel corridoio il kimono scarlatto con il drago ricamato sulla schiena... e soprattutto sapendo già il finale...

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Denise Salis

Forse è stato un errore leggere "Assassinio sull'Orient Express" dopo "Dieci piccoli indiani". Il ritmo qui è lento, cadenzato, faticoso.. Sicuramente la trama è ingegnosa, un vero e proprio classico del giallo, ma niente a che vedere con la lettura appassionata e vorace a cui costringe "Dieci piccoli indiani".. Spesso e volentieri ho trovato l'alterigia di Poirot fastidiosa e sopra le righe, che sicuramente caratterizzano il protagonista di tante storie di successo, ma non ha arricchito la storia a mio avviso. Le indagini si svolgono in maniera regolare e ordinata, secondo un sistema di interrogatori sistematici, ma complessi. Poirot va, parla con uno, poi torna, parla con l'altro, poi reinterroga tutti, poi riperquisisce tutti.. un movimento "scenico" ipnotico, come il movimento regolare di un pendolo, per poi giungere all'illuminazione divina che risolve il caso..e che solo Poirot ha capito. Grande classico e sicuramente consigliato tra le letture fondamentali, con riserva.

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Editore: Arnoldo Mondadori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 238

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8804519045

ISBN-13: 9788804519041

Data di pubblicazione: 2003

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Assassinio sull'Orient Express

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L’Orient.Express, il leggendario treno delle spie e degli avventurieri internazionali, occupa un posto importante nell’immaginario collettivo degli appassionati della letteratura poliziesca. Il merito appartiene all’indimenticabile signora del mistero Agatha Christie e alla sua creatura, l’impareggiabile Poirot. In quella che rimane probabilmente una delle sue più celebri imprese, Poirot, salito a bordo di un vagone di prima classe partito da Istambul e diretto a Calais, è costretto ad occuparsi di un feroce delitto. Infatti, mentre il treno è bloccato dalla neve qualcuno tra i paseggeri pugnala a morte il signor Ratchett, un ricco americano. L’assassino deve per forza nascondersi fra i viaggiatori, ma nessuno di loro sembra avere avuto nessun motivo per commettere il crimine. Poirot compie le sue indagini e, come al solito, risolve brillantemente il caso, ma questa volta la soluzione è davvero sorprendente.

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"Vede, caro dottore, io non sono solito basarmi sui vari procedimenti seguiti dai miei colleghi. E' della psicologia, che mi preoccupo, non delle impronte digitali o della qualità della cenere delle sigarette." "Ciò che secondo me è particolarmente interessante in questa faccenda è che non abbiamo a nostra disposizione nessuno dei mezzi di cui può servirsi la polizia; per esempio non possiamo indagare sulla moralità di nessuno di costoro, e dobbiamo quindi contare unicamente sulle deduzioni." "E' forse il difetto di noialtri investigatori, ci aspettiamo che una persona non muti di contegno, e certi atteggiamenti e cambiamenti d'umore non li comprendiamo." "Se si mette bruscamente di fronte alla verità uno che ha mentito, nove volte su dieci, colto di sorpresa, confesserà. Naturalmente, però, è necessario indovinarla la verità, per produrre quest'effetto. Così faccio io in questo in questo caso, e continuerò a farlo (...)" Ecco: queste sono le frasi che possono - a mio parere - riassumere la grandezza di Poirot... Poirot che è uscito dalla penna (o dalla macchina per scrivere?) di Agatha Christie per diventare "indipendente" dalla sua creatrice - un po' come è successo a Sherlock Holmes, no? Mi è un po' dispiaciuto non godermi questo libro come meritava di essere letto e vissuto, me lo sono trascinato per giorni e giorni, me lo sono portato al mare, in camera da letto, in salotto, e il più delle volte non riuscivo che a leggerne poche righe, così quando finalmente l'ho terminato, ho pensato "Finalmente l'ho finito!" con un senso di liberazione... la colpa di ciò, a ben pensarci, non è stata né della trama (straordinaria), né dello stile o della fantasia giallista della Christie, assolutamente perfetta anche in questo libro: ancora una volta - se non avessi saputo già in anticipo chi era il colpevole - mi avrebbe lasciata a bocca aperta nel suo studio dei personaggi, nel suo condurre il lettore fino all'ultima pagina lasciandogli tutti gli indizi, ma nessuna certezza su chi additare come colpevole! La colpa, dicevo, è del famoso e bellissimo film con Peter Ustinof, che ho visto e rivisto così tante volte da averlo quasi imparato a memoria, così tante volte che la lettura del libro mi è sembrata come salire per l'ennesima volta su quel treno, conoscendone già la sequenza delle scene e degli avvenimenti, trovare la lettera minatoria, veder fuggire via nel corridoio il kimono scarlatto con il drago ricamato sulla schiena... e soprattutto sapendo già il finale...

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Forse è stato un errore leggere "Assassinio sull'Orient Express" dopo "Dieci piccoli indiani". Il ritmo qui è lento, cadenzato, faticoso.. Sicuramente la trama è ingegnosa, un vero e proprio classico del giallo, ma niente a che vedere con la lettura appassionata e vorace a cui costringe "Dieci piccoli indiani".. Spesso e volentieri ho trovato l'alterigia di Poirot fastidiosa e sopra le righe, che sicuramente caratterizzano il protagonista di tante storie di successo, ma non ha arricchito la storia a mio avviso. Le indagini si svolgono in maniera regolare e ordinata, secondo un sistema di interrogatori sistematici, ma complessi. Poirot va, parla con uno, poi torna, parla con l'altro, poi reinterroga tutti, poi riperquisisce tutti.. un movimento "scenico" ipnotico, come il movimento regolare di un pendolo, per poi giungere all'illuminazione divina che risolve il caso..e che solo Poirot ha capito. Grande classico e sicuramente consigliato tra le letture fondamentali, con riserva.

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