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Anne Holt

L'unico figlio

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 6 librerie
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Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
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In un gelido e plumbeo febbraio norvegese, l'arrivo di un ragazzino in una casa famiglia alle porte di Oslo è causa di grande scompiglio. Il dodicenne Olav infatti, sottratto alla madre dai servizi sociali, pare infinitamente più duro e indocile degli altri ragazzini e tutti i tentativi di domarlo sembrano fallire.
Quando Agnes Vestavik, direttrice della casa famiglia, viene trovata uccisa con un coltello da cucina nel suo ufficio ed emerge che il piccolo Olav è scomparso dopo un brutale litigio con lei, la polizia di Oslo tenta di far luce sul caso.
Prima fra tutti l'ispettore capo Hanne Wilhelmsen, che non ci pensa due volte a scendere per le strade di Oslo, tra il peggior degrado ma anche nell'umanità più dolorosamente viva.

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Antonia

La trama di questo romanzo è sicuramente molto interessante, ma in certi passaggi è un po’ “tiepida”. Quelle che racconta potrebbero essere delle scene dove c’è molta suspence ma in queste descrizioni la tensione non esiste. In alcuni punti mi è sembrato di leggere un resoconto di cronaca, dove il fine è quello di riportare le notizie. La descrizione del bambino, Olav, poteva essere calata in un contesto maggiormente noir poiché la sua vita, nonostante i suoi 12 anni, è costellata di punti oscuri. Alla fine del romano comunque anche questo personaggio è ben congegnato. A parte tutto ci sono delle parti molto interessanti, come l’intercalare con la voce della madre di Olav, il racconto di come è avvenuta la “perdita” di suo figlio e quindi come i servizi sociali glielo hanno portato via e inserito in una casa famiglia. Mi piace la descrizione della coppia: Hanne e Cecilie. L’omicidio della direttrice stravolge un po’ la situazione e comunque è interessante anche “l’uso” che l’autrice fa dei personaggi e inoltre fino alla fine non si capisce chi sia l’assassino. Diciamo che sarei tentata di dare 4 stelle ma saranno 3 per questi, brevi, momenti di noia letteraria.

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Editore: Giulio Einaudi Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 283

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806198998

ISBN-13: 9788806198992

Data di pubblicazione: 2011

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Quando Agnes Vestavik, direttrice della casa famiglia, viene trovata uccisa con un coltello da cucina nel suo ufficio ed emerge che il piccolo Olav è scomparso dopo un brutale litigio con lei, la polizia di Oslo tenta di far luce sul caso.
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La trama di questo romanzo è sicuramente molto interessante, ma in certi passaggi è un po’ “tiepida”. Quelle che racconta potrebbero essere delle scene dove c’è molta suspence ma in queste descrizioni la tensione non esiste. In alcuni punti mi è sembrato di leggere un resoconto di cronaca, dove il fine è quello di riportare le notizie. La descrizione del bambino, Olav, poteva essere calata in un contesto maggiormente noir poiché la sua vita, nonostante i suoi 12 anni, è costellata di punti oscuri. Alla fine del romano comunque anche questo personaggio è ben congegnato. A parte tutto ci sono delle parti molto interessanti, come l’intercalare con la voce della madre di Olav, il racconto di come è avvenuta la “perdita” di suo figlio e quindi come i servizi sociali glielo hanno portato via e inserito in una casa famiglia. Mi piace la descrizione della coppia: Hanne e Cecilie. L’omicidio della direttrice stravolge un po’ la situazione e comunque è interessante anche “l’uso” che l’autrice fa dei personaggi e inoltre fino alla fine non si capisce chi sia l’assassino. Diciamo che sarei tentata di dare 4 stelle ma saranno 3 per questi, brevi, momenti di noia letteraria.

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