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Marguerite Yourcenar

Memorie di Adriano

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 01-12-2013 da dsm
Aggiornato il 01-12-2013 da dsm
Disponibile in 15 librerie
Inserito il 01-12-2013 da dsm
Aggiornato il 01-12-2013 da dsm
Disponibile in 15 librerie

'Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo', dice di sé Adriano, questo personaggio cosí raffinatamente calato nella sua epoca, eppure cosí vicino al tormento di ogni uomo, di ogni tempo, nell'accanita ricerca di un accordo tra felicità e logica, tra intelligenza e fato. Il capolavoro di Marguerite Yourcenar unisce al cesello perfetto della ricostruzione storica il coraggio di presentare a tutto tondo un grand'uomo, l'altezza del suo pensiero, la disponibilità intellettuale, le intuizioni profetiche, donandoci non già un saggio erudito, ma un libro dei giorni nostri, e dei giorni a venire. Perché, come ha scritto la Yourcenar, 'non siamo i soli a guardare in faccia un avvenire inesorabile'. I taccuini di appunti dell'autrice (annotazioni di studio, lampi di autobiografia, ricordi, vicissitudini della scrittura) perfezionano la conoscenza di un'opera che fu pensata, composta, smarrita, corretta per quasi un trentennio. La nota della traduttrice, Lidia Storoni Mazzolani, ci regala la storia di un'amicizia nata lavorando insieme alla versione italiana.

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Noce Moscata

 

”Veni. Vidi er tempo de oggi, vidi a posta elettronica. Pubblicai le foto de a guera su feisbuc. E vici!"
 
Mi domando cosa penserebbe Adriano se vedesse lo spot Tim dei nostri giorni. Non credo ne rimarrebbe stupito. Piuttosto è probabile si siederebbe sotto un ulivo a meditare sulla mutevolezza dell'ironia e dell'esprit du temps. E sorriderebbe.
Diverso sarebbe se lo portassi a vedere cosa succede nelle aule di Montecitorio. Probabilmente avrebbe un déjà-vu. Ma questa è un'altra storia.
 
Di sicuro, non sarò né la prima né l'ultima a dirvi che quello che ho tra le mani è un libro maestoso.
Mi ha fatto rimpiangere di non avere una casa tutta mia, per potermelo godere la sera, seduta in poltrona e sorseggiando un bicchiere di rum. E' un libro che concilia l'anima. L'avvolge e la riscalda sotto il lume vivido della sincerità.
 
Tra tutti i passi che mi sono trascritta (e sono tanti) ce n'è uno che racchiude a parer mio un insegnamento fondamentale.
 
”Ero prossimo ai quarant'anni. Se fossi morto a quel momento, di me non sarebbe rimasto null'altro che un nome, tra una serie di alti funzionari, e un'iscrizione in greco in onore dell'arconte di Atene. In seguito, tute le volte che ho visto sparire un uomo giunto a metà della sua vita, del quale il pubblico ritiene di poter valutare esattamente i successi e le sconfitte, mi sono ricordato che a quell'età io non esistevo ancora se non per me e per pochissimi amici, i quali certamente in qualche momento dubitavano di me come ne dubitavo io di me stesso. Ho compreso che ben pochi realizzano se stessi prima di morire. E ho giudicato con maggiore pietà le loro opere interrotte."
 
Adriano era un uomo. Punto.
Non aveva superpoteri, ma pregi e difetti come tutti. Il suo sogno è stato quello di realizzare se stesso. La gestione del suo vasto Impero è andata di pari passo con l'evoluzione del suo sogno.
Qualcuno di cui non ricordo il nome ha detto che “c'è chi passa alla Storia, e c'è chi passa e basta”. Adriano è passato alla Storia comportandosi da uomo usando le sue virtù come poteva e facendo buon uso dei suoi vizi. Ai giorni nostri l'inclinazione è più quella di fingersi grandi uomini e passare. Di solito dalla padella alla brace. O dalla sala alla porta di servizio.
 
Impareremo prima o poi? 

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 350

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806174088

ISBN-13: 9788806174088

Data di pubblicazione: 2005

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”Veni. Vidi er tempo de oggi, vidi a posta elettronica. Pubblicai le foto de a guera su feisbuc. E vici!"
 
Mi domando cosa penserebbe Adriano se vedesse lo spot Tim dei nostri giorni. Non credo ne rimarrebbe stupito. Piuttosto è probabile si siederebbe sotto un ulivo a meditare sulla mutevolezza dell'ironia e dell'esprit du temps. E sorriderebbe.
Diverso sarebbe se lo portassi a vedere cosa succede nelle aule di Montecitorio. Probabilmente avrebbe un déjà-vu. Ma questa è un'altra storia.
 
Di sicuro, non sarò né la prima né l'ultima a dirvi che quello che ho tra le mani è un libro maestoso.
Mi ha fatto rimpiangere di non avere una casa tutta mia, per potermelo godere la sera, seduta in poltrona e sorseggiando un bicchiere di rum. E' un libro che concilia l'anima. L'avvolge e la riscalda sotto il lume vivido della sincerità.
 
Tra tutti i passi che mi sono trascritta (e sono tanti) ce n'è uno che racchiude a parer mio un insegnamento fondamentale.
 
”Ero prossimo ai quarant'anni. Se fossi morto a quel momento, di me non sarebbe rimasto null'altro che un nome, tra una serie di alti funzionari, e un'iscrizione in greco in onore dell'arconte di Atene. In seguito, tute le volte che ho visto sparire un uomo giunto a metà della sua vita, del quale il pubblico ritiene di poter valutare esattamente i successi e le sconfitte, mi sono ricordato che a quell'età io non esistevo ancora se non per me e per pochissimi amici, i quali certamente in qualche momento dubitavano di me come ne dubitavo io di me stesso. Ho compreso che ben pochi realizzano se stessi prima di morire. E ho giudicato con maggiore pietà le loro opere interrotte."
 
Adriano era un uomo. Punto.
Non aveva superpoteri, ma pregi e difetti come tutti. Il suo sogno è stato quello di realizzare se stesso. La gestione del suo vasto Impero è andata di pari passo con l'evoluzione del suo sogno.
Qualcuno di cui non ricordo il nome ha detto che “c'è chi passa alla Storia, e c'è chi passa e basta”. Adriano è passato alla Storia comportandosi da uomo usando le sue virtù come poteva e facendo buon uso dei suoi vizi. Ai giorni nostri l'inclinazione è più quella di fingersi grandi uomini e passare. Di solito dalla padella alla brace. O dalla sala alla porta di servizio.
 
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