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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Henry Miller

Tropico del Cancro

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 10-05-2017 da Roberto
Aggiornato il 10-05-2017 da Roberto
Disponibile in 10 librerie
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LukeCiro

"Tropico del Cancro" è un capolavoro. Miller alterna fasi di lucidità e di prosa liscia a fasi "deliranti" nelle quali prosegue a flussi di coscienza regalandoci pagine dal grande impatto visivo e immaginativo. Così il protagonista parla del libro che intende scrivere, a mio avviso riferendosi anche a QUESTO libro, e rafforzando così il suo intento dissacratorio: "Non un uomo, in questi ultimi cento anni, ha avuto la pazzia di mettere una bomba nel buco del culo del creato e di farlo saltare in aria. Il mondo marcisce, muore a poco a poco. Ma ci vuole il coup de grace, ci vuole, per farlo andare in pezzi." Il libro come una cattedrale (bellissima allegoria): "Una cattedrale, una cattedrale vera e propria, alla cui edificazione contribuiranno tutti quelli che han perduto la propria identità. (..) Si potrà entrare coi cavalli al galoppo per le navate. Si potrà battere la testa contro i muri: non cedono. Pregare nella lingua preferita, accovacciarsi sugli scalini e dormire". Non cito l'incipit, geniale, più volte riportato da altri e mi soffermo un attimo su questa Parigi-letamaio regno della lussuria, della sporcizia, della profonda miseria reale e dei costumi e i suoi personaggi alla deriva. Il protagonista è senza coscienza, non ce l'ha, naviga a vista, per sempre avverso alla convenzione ed ai legami con la "storia" in senso lato (in enfasi nello "scontro" epico Whitman/Goethe). L'amicizia e l'amore non hanno valore nel mondo-frutteto, si è compagni di bisboccia, ma ci si gira la faccia alla prima occasione. La donna non è Donna, è fica. Curiosità: il libro è citato, devo dire "ad hoc", in due scene cardine di due film storici di Scorsese: "Fuori Orario" e "Cape Fear".

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Editore: Arnoldo Mondadori Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 382

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 880448778X

ISBN-13: 9788804487784

Data di pubblicazione: 2000

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Henry Miller

Tropico del Cancro

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"Tropico del Cancro" è un capolavoro. Miller alterna fasi di lucidità e di prosa liscia a fasi "deliranti" nelle quali prosegue a flussi di coscienza regalandoci pagine dal grande impatto visivo e immaginativo. Così il protagonista parla del libro che intende scrivere, a mio avviso riferendosi anche a QUESTO libro, e rafforzando così il suo intento dissacratorio: "Non un uomo, in questi ultimi cento anni, ha avuto la pazzia di mettere una bomba nel buco del culo del creato e di farlo saltare in aria. Il mondo marcisce, muore a poco a poco. Ma ci vuole il coup de grace, ci vuole, per farlo andare in pezzi." Il libro come una cattedrale (bellissima allegoria): "Una cattedrale, una cattedrale vera e propria, alla cui edificazione contribuiranno tutti quelli che han perduto la propria identità. (..) Si potrà entrare coi cavalli al galoppo per le navate. Si potrà battere la testa contro i muri: non cedono. Pregare nella lingua preferita, accovacciarsi sugli scalini e dormire". Non cito l'incipit, geniale, più volte riportato da altri e mi soffermo un attimo su questa Parigi-letamaio regno della lussuria, della sporcizia, della profonda miseria reale e dei costumi e i suoi personaggi alla deriva. Il protagonista è senza coscienza, non ce l'ha, naviga a vista, per sempre avverso alla convenzione ed ai legami con la "storia" in senso lato (in enfasi nello "scontro" epico Whitman/Goethe). L'amicizia e l'amore non hanno valore nel mondo-frutteto, si è compagni di bisboccia, ma ci si gira la faccia alla prima occasione. La donna non è Donna, è fica. Curiosità: il libro è citato, devo dire "ad hoc", in due scene cardine di due film storici di Scorsese: "Fuori Orario" e "Cape Fear".

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