#unlibroèunlibro: una visione a mille pollici
Pubblicato il 02-11-2014
Dopo #altrocheamazon, la campagna partita da alcune librerie per rivendicare l’insostituibilità dei librai, l’autunno caldo dell’editoria continua, sempre su Twitter, con la campagna - stavolta promossa dall’Associazione italiana editori - Un libro è un libro.
Su Facebook, Twitter e Instagram si diffondono l’hashtag
#unlibroeunlibro e i selfie con il pollice verso, simbolo della campagna scelto per manifestare la richiesta di abbassare l’Iva degli ebook parificandola a quella dei libri di carta. Attualmente, il regime Iva a cui sono sottoposti i libri cartacei è del 4%, mentre quello dei libri digitali è del 22%. Il trattamento fiscale agevolato per i libri cartacei non è dovuto, come per noi sarebbe naturale pensare, all’importanza di questi “prodotti” in quanto beni di prima necessità, bensì alla particolarità della commercializzazione, che prevede il diritto di resa. Ci potremmo spingere oltre e chiedere che i libri vengano considerati come beni di prima necessità, e che per questo abbiano l’iva agevolata; in questo modo, oltre alla conseguente equiparazione tra ebook e libri di carta, si aprirebbe la strada anche a un’altra richiesta: quella della
detrazione fiscale sull’acquisto dei libri.
La speranza è che tutte queste misure stimolino un reale aumento del numero dei lettori e in generale sulle percentuali di lettura nel nostro Paese. I più scettici sostengono che andrebbero solo a facilitare la vita di coloro che lettori lo sono già, senza scalfire minimamente le abitudini di chi non legge. Ammesso e non concesso, non sarebbe comunque un risultato da poco, considerando che nell’ultimo anno il numero dei lettori e il numero di libri letti risultano in calo.
La campagna Un libro è un libro, lanciata dagli editori (accusati negli ultimi anni di aver volutamente ignorato e quindi rallentato la diffusione del nuovo mezzo) e sposata da decine di scrittori, va incontro alla richiesta dei lettori di avere gli ebook a prezzi più bassi: troppo spesso infatti la pirateria è stata “giustificata” dai prezzi troppo alti del libro elettronico.
La situazione è simile anche negli altri Paesi europei. Qui un
prospetto interessante, ancorché vecchio di due anni, suggerisce anche un’altra riflessione: quasi tutti i Paesi hanno una legge sul prezzo fisso del libro cartaceo, mentre per l’ebook il prezzo è libero. Unici ad avere iva parificata e prezzo fisso per i due formati sono Francia e Lussemburgo.
In Italia, all’equiparazione dell’iva seguirà l’estensione della legge sul prezzo del libro agli ebook? Logica vorrebbe… e i lettori, cosa vorrrebbero?