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"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

Utenti che hanno votato questa recensione

Laurent Binet

HHhH

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 19-07-2012 da
Aggiornato il 08-11-2023 da Akribia
Inserito il 19-07-2012 da
Aggiornato il 08-11-2023 da Akribia

Giancarlo Zoccheddu

Alla fine del libro ho faticato a non piangere. Ho pensato "basta non scriverò mai più cose pretenziose", è bella la semplicità. Io mangio la mela, cristo che bella cosa la frase "io mangio la mela". Leggo in giro cose talmente assurde, gare a chi ce l'ha più lungo, rincorse a chi è il più arguto del villaggio, olimpiadi di premi nobel tanto che richiudendo il libro ho pensato "Sono in spiaggia, vedo il mare di fronte, ho la sabbiolina negli occhi, puttana eva quanto è semplice e nitida questa sensazione" Poi volevo dirvi una cosa sul nostro "essere corpo", ma non so ancora se metterla qua o nella scheda di Libertà di Franzen. Il fatto è che questo saggio/romanzo è così bello che non bisogna aggiungere altro. Leggetelo. Io mangio la mela. (avete mai pensato che gli spazi bianchi tra un brano e l'altro non significano un cazzo?) Questo libro parla di un attentato. Partigiani cechi e slovacchi cercano di ammazzare Heydrich, il bastardo figlio di puttana più spietato tra i gerarchi nazisti. E' un fatto storico. Il libro non inganna e racconta la verità dall'inizio alla fine. Kant parlava di responsabilità morale individuale. HHHH parla di responsabilità morale individuale. Sean Connery negli Intoccabili poco prima di morire afferra Kenvin Costner per il collo e sanguinante e rantolante gli dice "E ora cosa sei disposto a fare?" Voi cosa siete disposti a fare? Questo libro è un percorso nel dolore Oggi non ho un cazzo di voglia di mangiare la mela. Questo libro è anche la storia del villaggio di Lidice Jozef e Jan e l'idea che esiste nella vita di ognuno quel momento preciso che sai quale cazzo è la cosa giusta da fare e poi all'interno di HHHH c'è la storia del cane partigiano. Moula mi pare. E succede che sai anche in quel caso che in ogni momento delle nostre vite esiste quell'istante che stai per piangere. Uno dei partigiani si smazza tutti i sopralluoghi che servono per decidere dove ammazzare il bastardo nazista nella sua macchina. Lo fa senza mai dare nell'occhio. Fino a quando si accorge che c'è un cane che lo segue, un bastardino che lo guarda e lo segue. Si avvicina, lo accarezza, lo porta nella casa in cui è nascosto. Gli da un nome: Moula, mi pare e lo adotta. Tutte le mattine escono insieme per i sopralluoghi: vie, incroci, angoli. Moula sempre dietro. Moula che diventa un cane partigiano. poi succede questa cosa nei cani. Vanno oltre. Sanno colpirti là dove fa più male. Nel cuore. dopo l'attentato i partigiani sono in fuga, braccati, nascosti. Ma uno di loro chiede sempre del suo cane. Il suo cane sta bene. Non lo rivedrà più e Moula morirà di crepacuore per questo. Moula. L'unico dei partigiani che i nazisti non troveranno.

Questa recensione ha avuto 1 voto. Il voto medio è stato 5 su 5

Utente Lìberos

Akribia


Don Chisciotte

Utente dal 29-05-2012
2012 libri, 39 recensioni, 222 eventi

Voto a questa recensione: 5

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